Ancora recentemente la cronaca ha riportato episodi di violenza tra giovani di provenienza latino-americana. A Milano la scorsa settimana fuori da un locale c'è stato un accoltellamento tra gang provenienti dall'America Latina: un giovane dell'Ecuador ha perso la vita e due sono stati feriti.
Il fenomeno delle bande giovanili, maras o pandillas, è diffusissimo in America Latina e sempre più si sta estendendo nei paesi di emigrazione.
In America Latina per un giovane tra i 15 e 25 anni il rischio di essere ammazzato è 30 volte superiore rispetto ad un coetaneo europeo o americano. Sono 36.6 (su 100.000 abitanti) i giovani uccisi in America Latina, nel periodo compreso dal 2002 al 2006. La differenza con il resto del mondo è più che evidente: in Africa sono 16.1, in Nord America 12, in Asia 2.4, in Oceania 1.6 e in Europa 1.2.
Per contrastare e prevenire in Italia il fenomeno della criminalità tra gang giovanili, che ancora presenta dimensioni contenute, è necessario intervenire con programmi socio-educativi di integrazione sociale dei giovani immigrati e di accompagnamento psico-sociale del processo di ricongiungimento familiare.
In questa prospettiva, dal 2007, Soleterre Onlus ha avviato a Milano, con il contributo della Regione Lombardia e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, un programma che promuove servizi di mediazione familiare al ricongiungimento di giovani centro-americani e attività educative e socializzanti di tipo interculturale: tutoring scolastico, laboratori artistici di musica, grafica e teatro.
Da gennaio ad oggi sono 30 i giovani latino-americani che frequentano la struttura: hanno un'età compresa tra i 10 e i 20 anni e provengono per la maggior parte da El Salvador, Ecuador, Santo Domingo e Perù. Alcuni di loro sono nati in Italia da genitori immigrati, altri sono arrivati da poco per effetto di un ricongiungimento familiare. Prima di essere ammessi i ragazzi hanno sostenuto dei colloqui individuali e di gruppo e sono stati coinvolti i loro genitori per rendere più efficaci le attività di prevenzione della criminalità.
«Il fenomeno della violenza giovanile è storicamente nato all'interno del processo migratorio dal Centro-America verso gli USA e dal successivo processo di espulsione violenta - dichiara Damiano Rizzi, Presidente dell'ONG Soleterre -; durante il periodo di emigrazione, i giovani centro-americani che vivevano nei quartieri sub-urbani delle metropoli californiane, come meccanismo di auto-difesa e salvaguardia dell'identità culturale, si sono costituiti in bande. Una volta espulsi e tornati nel paese di origine, il modello di banda si è mantenuto e replicato. Oggi il fenomeno si alimenta in Centro-America spesso nelle piaghe della migrazione, coinvolgendo soprattutto giovani privi di riferimenti educativi stabili per l'emigrazione all'estero dei genitori».
«Allo stesso modo - prosegue Rizzi - questo modello di aggregazione giovanile si è internazionalizzato nei contesti, soprattutto europei, di emigrazione centro-americana, in particolare Italia e Spagna. Qui le difficoltà di integrazione sociale e le inquietudini legate a processi di ricongiungimento familiare in età adolescenziale, possono portare i giovani a cercare rifugio in simili forme di aggregazione e riconoscimento identitario. Per aiutarli nella fase di sviluppo bisogna offrire loro alternative di socializzazione positiva con coetanei italiani e di altre nazionalità».
Per informazioni è possibile chiamare Soleterre al nr. verde 800.90.41.81