SUMMIT DI COPENHAGEN SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI:
GLI ENTI LOCALI DEL PIANETA CHIEDONO, IN UN DOCUMENTO UFFICIALE CONDIVISO,DI ESSERE INSERITI A PIENO TITOLO COME ATTORI PROTAGONISTI NEL NUOVO ACCORDO MONDIALE CHE SOSTITUIRA' IL PROTOCOLLO DI KYOTO
Emilio D'Alessio, Presidente di Agenda 21 Italia: "Raggiungere una posizione condivisa da tutte le organizzazioni e gli amministratori presenti era un obiettivo assolutamente ambizioso ma necessario: ora la palla passa ai governi nazionali".
4 giugno 2009 - Gli enti locali del pianeta riuniti dal 2 al 4 giugno a Copenhagen per il Summit Mondiale sui cambiamenti climatici hanno raggiunto un accordo. Dopo tre giorni di confronti fra amministratori e sindaci provenienti da oltre 64 paesi, l'obbiettivo è stato ottenuto, realizzando un documento ufficiale condiviso in cui si chiede che le città e i territori vengano inseriti a pieno titolo come attori protagonisti nel nuovo accordo mondiale sul clima e possano avere un ruolo attivo nell'attuazione degli impegni previsti nell'accordo che sostituirà Kyoto e che sarà deciso a dicembre 2009 proprio a Copenhagen.
"Non era per nulla scontato - commenta Emilio D'Alessio, Presidente di Agenda 21 Italia - che in questi giorni si riuscisse a raggiungere un documento condiviso. Gli enti locali del pianeta, come del resto gli Stati, partono infatti da posizioni economiche e sociali molto diverse ed hanno dunque esigenze ed obiettivi differenti. Ma, al contrario delle nazioni, le città del mondo il loro accordo lo hanno raggiunto".
Ora quindi la palla passa ai Governi Nazionali che dovranno decidere non solo se raccogliere le istanze ma soprattutto se portarle in fase di negoziato ONU.
"Nel documento in particolare - mette in risalto D'Alessio - si chiede che gli enti locali possano essere partner degli Stati non solo nell'adattamento ai cambiamenti climatici ma anche nelle azioni di mitigazione, possano avere accesso diretto ai meccanismi finanziari, che le città siano inserite nel sistema del mercato delle emissioni di CO2 e che nelle diverse fasi vengano previsti processi di coordinamento tra i vari livelli di governo".
In sintesi gli enti locali chiedono di poter essere messi nella condizione di intervenire e di essere dotati delle risorse necessarie. Questa la parola d'ordine che ha contraddistinto il Summit e che ha visto lavorare fianco a fianco oltre agli amministratori di tutta Europa, quelli provenienti da Afghanistan, Algeria, Argentina, Brasile, Burkina Faso, Camerun, Canada, Cile, Chad, Cina, Colombia, Congo, Corea del Sud, Costa d'Avorio, Costarica, Ecuador, Filippine, Georgia, Ghana, India, Indonesia, Kenia, Kuwait, Marocco, Mauritania, Messico, Mozambico, Nepal, Nicaragua, Nigeria, Perù, Russia, Sud Africa, Sri Lanka, Stati Uniti, Taiwan, Tanzania, Tailandia, Turchia, e Vietnam.
"E' un risultato assolutamente importante quello raggiunto in questi giorni - conclude D'Alessio - che ci fa essere estremamente soddisfatti anche per la corrispondenza tra i contenuti del documento di Copenhagen e la Carta dei Territori e delle Città d'Italia per il Clima promossa mesi fa da Agenda 21 Italia in collaborazione con Anci e Upi."
Il Coordinamento Agende 21 è un'associazione nazionale di Regioni ed Enti Locali e territoriali che hanno a cuore la promozione dei processi di Agenda 21 Locale, così come definito dalle Nazioni Unite e la diffusione dei principi per rendere sostenibile lo sviluppo, integrando aspetti economici, sociali ed ambientali. Ad oggi sono oltre 500 gli enti locali soci del Coordinamento: 11 Regioni, 69 Province e 369 Comuni, tra cui la maggior parte dei capoluoghi di regione, Roma e Milano in testa. L'associazione ha privilegiato una modalità di lavoro leggera e "capace di fare", attraverso la formazione, dal basso e su proposta degli enti interessati, di Gruppi di Lavoro sui temi più rilevanti della sostenibilità. In tutto sono ad oggi 18 Gruppi di Lavoro, vero "laboratorio creativo" dell'associazione.
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