Khartoum / Roma, 14 maggio 2009 - In seguito al violento attacco dell'8 maggio al villaggio di Torkej nell'Upper Nile, al confine con lo stato di Jonglei, in Sud Sudan, molti feriti si sono riversati nell'ospedale di Medici Senza Frontiere (MSF) a Nasir. I pazienti ricoverati hanno raccontato che molti altri sono morti e migliaia di persone sono state costrette a fuggire. Il villaggio di Torkej si trova a soli 20 km da Nasir dove MSF gestisce un ospedale che fornisce assistenza medica di base, ricoveri e cure chirurgiche.
Gli assalitori hanno circondato e attaccato il villaggio di Torkej all'alba di venerdì 8 maggio. Secondo fonti locali, sarebbero state uccise almeno 66 persone, tra cui soprattutto donne e bambini. Molte famiglie hanno abbandonato tutto e sono scappate.
La stessa mattina di venerdì 8 maggio le vittime hanno cominciato a raggiungere l'ospedale di MSF a Nasir. Fino a martedì, erano giunte 57 persone. Il chirurgo di MSF ha cominciato a intervenire sulle ferite d'arma da fuoco. Da domenica un team chirurgico mobile del Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha raggiunto la zona e ha cominciato a fornire supporto. Molti pazienti presentano ferite multiple d'arma da fuoco e avranno bisogno di assistenza post-chirurgica. Un paziente, un ragazzo di 15 anni è morto in ospedale a causa di profonde ferite d'arma da fuoco al cranio. La maggior parte delle vittime è formata da donne e bambini.
Negli ultimi mesi gli scontri tra le fazioni tribali nello zona a cavallo tra gli stati di Jonglei e Upper Nile sono aumentati, causando centinaia di feriti e provocando la fuga di migliaia di persone. Oltre mille persone hanno già raggiunto la periferia di Nasir.
MSF lavora in Sudan dal 1978, fornendo assistenza medica sanitaria d'urgenza. Oltre alle frequenti ondate di violenza e agli attacchi, in quest'area la malnutrizione è molto diffusa, i tassi di mortalità materna restano tra i più alti a livello mondiale, la tubercolosi e il kala azar sono patologie in aumento e sono comuni le epidemie di meningite, morbillo, colera e malaria. Solo tre settimane fa, MSF ha risposto all'emergenza causata dai violenti scontri a Akobo.
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