Roma, 14 maggio 2009 - Mentre prevale ancora l'incertezza sulla gravità di una possibile pandemia influenzale, molti paesi poveri non hanno né scorte di medicinali né accordi di acquisto con le aziende farmaceutiche per assicurare alla popolazione l'accesso adeguato alle cure nel caso scoppi effettivamente una pandemia. "Se si dovesse diffondere una pandemia, si potrà testare l'effettiva esistenza di una solidarietà internazionale: l'attenzione dovrà concentrarsi sui i paesi i poveri, che rischiano di essere particolarmente colpiti, in quanto meno preparati", ha spiegato Michelle Childs, direttore delle relazioni istituzionali della Campagna per l'Accesso ai Farmaci Essenziali di Medici Senza Frontiere (MSF). "La produzione di farmaci antinfluenzali generici è fondamentale non solo per assicurare a questi paesi l'accesso ai farmaci ma anche per garantire un prezzo adeguato. I paesi ricchi non possono continuare a trovare soluzioni a scapito dei paesi i poveri". Le popolazioni dei paesi più poveri saranno più vulnerabili all'Influenza A (H1N1) perché sono già colpiti dalla malnutrizione e da altre gravi patologie quali la tubercolosi, l'HIV e la malaria. Concentrarsi solamente su accordi con gli attuali produttori per rinforzare le scorte di medicinali e ridurre i costi non risolverà il problema. Le compagnie produttrici di generici avranno un ruolo fondamentale in questa fase. In India, si può ampliare su vasta scala la produzione generica di oseltamivir poiché lì il brevetto su questo farmaco è stato già respinto, e in molti altri paesi in via di sviluppo non è stato registrato il brevetto. "L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha il compito fronteggiare le pandemie, deve attivarsi per aumentare le scorte di farmaci generici per le cure che raccomanda", ha sottolineato Childs. "Solo l'OMS, infatti, è in grado di determinare i quantitativi necessari e di coordinare un'equa distribuzione delle scorte di farmaci". Nei paesi in cui i farmaci raccomandati sono protetti dal brevetto, i governi e/o i detentori dei brevetti devono garantire alle compagnie produttrici di generici che il brevetto non costituirà una barriera. I governi possono evitare che ciò accada emettendo delle licenze obbligatorie in base alle quali i detentori del brevetto ricevono un compenso. Finora, i detentori dei brevetti hanno emesso delle licenze volontarie nei confronti di molti gruppi farmaceutici, ma queste possono contenere una serie di clausole. "I detentori dei brevetti potrebbero semplificare l'intero processo dichiarando pubblicamente che non faranno valere i diritti del loro brevetto per impedire l'accesso ai farmaci generici," ha affermato Childs. In alternativa le società farmaceutiche potrebbero accettare di inserire i propri brevetti in un "Patent Pool" - un meccanismo che permette ai produttori di farmaci generici di produrre farmaci sulla base di accordi di licenza equi. È inoltre importante ricordare che, sebbene una pandemia influenzale sia una minaccia, ogni giorno migliaia di persone muoiono di HIV/AIDS e altre malattie nei paesi più poveri. "I brevetti non dovrebbero impedire l'accesso ai farmaci essenziali: né per combattere l'influenza, né per l'HIV/AIDS o qualunque altra malattia", sottolinea Childs. "Lo stesso livello di attenzione che viene dedicato all'influenza dovrebbe essere garantito anche per malattie che continuano a uccidere decine di milioni di persone nei paesi più poveri". Per informazioni: Andrea Pontiroli Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere - 06 4486921 - 335 8489761 www.medicisenzafrontiere.it

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