Il ministro del Lavoro Sacconi ha presentato "Il Libro Bianco sul futuro del modello sociale". Previsti nuove regole per il licenziamento, superamento della distinzione fra lavoro autonomo e subordinato e fascicolo elettronico. Attenzione anche ai temi della sicurezza e delle morti bianche
Grandi tendenze, limiti e potenzialità del modello sociale italiano, ma anche riferimento ai valori di persona, famiglia e comunità nelle politiche sociali del Paese. È stato presentato questa mattina a Roma il Libro bianco sul futuro del modello sociale "La vita buona della società attiva" del ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi.
L'idea di fondo è quella di passare da un Welfare "assistenziale" a un Welfare delle "responsabilità condivise", partendo dalla centralità del cittadino e del lavoratore e da una "integrazione socio-sanitaria assistenziale".
Nuove regole per il licenziamento e superamento della distinzione fra lavoro autonomo e lavoro subordinato: il Libro bianco dedica un grande spazio ai temi del lavoro. A questo proposito il documento affronta le prospettive future del mercato del lavoro e le sue variabili, richiamando esplicitamente lo "Statuto dei lavoratori" ipotizzato da Marco Biagi: un corpo di "tutele progressive del lavoro" costruite a seconda delle variabili dell'anzianità di servizio e del "reale grado di dipendenza economica del lavoratore".
Tra gli strumenti individuati per la "presa in carico" della persona il Libro bianco propone invece la realizzazione di un "fascicolo elettronico" che raccoglierà i dati di ciascun individuo, da quelli clinici e sanitari a tutte le informazioni giudicate utili "per l'integrazione sociale e la partecipazione attiva al mercato del lavoro". In questo modo - spiega il documento - l'intero percorso della persona, ovvero i suoi "percorsi diagnostico terapeutici così come i suoi percorsi educativi e formativi e di lavoro" saranno centralizzati per arrivare a un flusso informativo da mettere a disposizione degli operatori presenti sul territorio.
Alla tutela della salute e alla sicurezza del lavoro è poi dedicato un intero paragrafo del Libro bianco, che richiama le ultime stime previsionali dell'INAIL le quali, per la prima volta dal dopoguerra, presentano un bilancio di morti bianche al di sotto dei 1.200 casi. Un segnale positivo, ma non ancora sufficiente - si legge nel documento - che impone uno "sforzo straordinario" per rilanciare "una nuova cultura della sicurezza che veda nella prevenzione il suo punto qualificante".
Una battaglia, quest'ultima, che va affrontata in maniera sostanziale e non formale: "servono certamente buone norme e sanzioni effettive - sottolinea il Libro bianco - ma decisivi sono poi i comportamenti concreti, e quotidiani, di tutti gli attori coinvolti". L'azione di contrasto al lavoro insicuro, allora, va condotta attraverso la modernizzazione dei contesti organizzativi e dei modelli gestionali, un affidabile sistema di monitoraggio e la collaborazione tra le parti e sociali nelle aziende e nei territori dove le imprese sono diffuse.
Tra le misure auspicate, infine, anche sistemi che incentivino i buoni risultati, a partire dal maggiore collegamento tra il premio assicurativo e gli infortuni riscontrati.