Roma, 6 maggio 2009 - «E' incomprensibile la chiusura al confronto da parte del Governo sul tema dell'immigrazione». Il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero commenta la decisione del Consiglio dei ministri di autorizzare la fiducia sul disegno di legge sulla sicurezza in discussione alla Camera. «In Parlamento si discute, ci si confronta e si vota - dice - non si fanno imboscate». «Esiste una coscienza politica trasversale - spiega Olivero - che si è già espressa con il voto e con iniziative pubbliche per una profonda revisione del pacchetto sicurezza del Governo, con particolare riferimento alle misure che riguardano l'ingresso e il soggiorno dei cittadini stranieri in Italia. La società civile, le associazioni impegnate nel sociale, le organizzazioni cattoliche e di ispirazione cristiana hanno chiesto modifiche e proposto emendamenti puntuali su aspetti del disegno di legge ritenuti di particolare gravità, incontrando consensi e conferme nelle forze politiche e nei singoli deputati dell'opposizione e della stessa maggioranza». Le correzioni apportate al disegno di legge nelle ultime ore non sono considerate sufficienti. «E' vero - conferma il presidente delle Acli - che sono stati corretti, per giunta parzialmente, i passaggi che imponevano l'obbligo di denuncia ai presidi e al personale sanitario, ma restano aperte questioni ugualmente gravi che riguardano l'iscrizione anagrafica dei minori, il diritto al matrimonio, i ricongiungimenti familiari, per non parlare delle ronde e del prolungamento della permanenza degli stranieri nei Centri di identificazione per l'espulsione». «Il problema purtroppo è a monte - conclude Olivero - nell'idea che l'immigrazione sia una minaccia più che una risorsa. Nell'illusione che si possa ottenere la sicurezza senza garantire contemporaneamente percorsi reali d'integrazione per i cittadini stranieri».

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