Cresce in queste settimane il numero di vittime civili in Sri Lanka, a causa dei bombardamenti del Governo sui territori controllati dai ribelli delle Tigri Tamil (LTTE). Secondo quanto riferisce Caritas Internationalis, la rete di 164 Caritas del mondo, molti bambini sono intrappolati nella zona di guerra, mancano acqua e cibo e la popolazione è costantemente in fuga. Già in più di 130.000 sfollati si sono trasferiti nella zona controllata dal Governo. Padre T.R. Vasanthaseelan, direttore della Caritas locale della regione di Vanni, è stato gravemente ferito, dopo che delle bombe hanno colpito la chiesa di sant'Antonio a Valaignarmadam il 23 aprile scorso.
Di fronte a questa escalation di violenza, Caritas Internationalis ha lanciato un appello d'emergenza a tutte le Caritas del mondo per sostenere le azioni di emergenza che la Caritas locale sta realizzando per soccorrere le decine di migliaia di persone fuggite dalle proprie case a causa degli scontri.

Secondo il direttore di Caritas Sri Lanka, padre Damian Fernando: «Lo Sri Lanka sta vivendo lo scenario peggiore. Civili innocenti stanno pagando un costo altissimo e sono i più colpiti. Sono estremamente traumatizzati. La maggior parte di loro è stanca e sfinita dopo mesi di sofferenza. Molti sono feriti, alcuni in modo grave. Gli ospedali hanno ormai ecceduto la capacità di ricevere feriti». «La sfida maggiore - continua padre Fernando -, è rispondere alle necessità di queste popolazioni che stanno arrivano in grandi numeri e in pochi giorni verranno ammassate in campi già sovraffollati. Le forze militari incaricate dei campi sono molto preoccupate per la sicurezza e temono anche infiltrazioni delle Tigri Tamil».

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