Awhar/ Roma 24 Aprile 2009) - La notte del 22 aprile una equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) ha rinvenuto i corpi di 35 migranti morti nella località costiera di Radah, nel governatorato di Abyan. Si trattava di somali ed etiopi partiti dal porto di Bosasso, in Somalia, per fuggire dall'insicurezza e dalla povertà estrema dei loro paesi. Erano da due giorni in viaggio su delle barche di contrabbandieri in condizioni estremamente dure, nel tentativo di attraversare il Golfo di Aden.
I sopravvissuti hanno così descritto l'incidente agli operatori di MSF:
"La sera del 22 aprile, dopo aver viaggiato per due giorni interi, abbiamo raggiunto la costa yemenita. Per una ragione ancora non chiara, mentre ci avvicinavamo alla riva, alcuni hanno cominciato ad alzarsi e la barca si è rovesciata."
I migranti stavano viaggiando all'interno dello scafo che in origine era destinato alla pesca, ma che ora era utilizzato per il traffico di uomini. Queste imbarcazioni, costruite per la pesca, in caso di incidente diventano delle trappole mortali.
Quando gli operatori di MSF sono arrivati sul posto hanno trovato la barca ribaltata, insieme agli abitanti del posto sono riusciti a liberare tre donne. Tutti gli altri rimasti intrappolati nello scafo erano già morti per annegamento. Alcuni, non sapendo nuotare, sono affogati nel tentativo di mettersi in salvo.
Finora il totale dei morti ammonta a 35 ma altri potrebbero essere dispersi.
Il 10 aprile durante lo sbarco di un'altra imbarcazione che trasportava 76 persone, i contrabbandieri hanno costretto i migranti a buttarsi in mare al largo della costa yemenita presso Melha, a 30 km dalla città di Ahwar, dove molti di loro sono poi morti. Nei giorni seguenti sono stati recuperati 16 corpi portati a riva dalla corrente. Un numero indefinito di persone resta ancora disperso, durante questo sbarco MSF ha prestato soccorso a 48 sopravvissuti.
Nei progetti di MSF a Awhar, storie come questa sono molto comuni. Si tratta di popolazioni in fuga da guerre e povertà assoluta che non hanno altra scelta se non quella di affrontare questi terribili viaggi che durano almeno due giorni, su navi di massimo 10 metri che trasportano 100-120 persone. Senza cibo, acqua e senza potersi muovere, qualcuno a volte muore a causa del sovraffollamento. Il numero di decessi durante il viaggio è alto; da settembre 2008 sono state trovate almeno 338 persone morte lungo le coste di Abyan, senza considerare i disperi. MSF lavora ad Ahwar dal settembre 2007, da allora ha fornito assistenza medica e psicologica e ha distribuito beni di prima necessità a quasi 18 mila persone.
Nel giugno del 2008 MSF ha presentato un rapporto intitolato "No Choice" che documenta le difficili condizioni dei viaggi verso lo Yemen. In questo rapporto MSF chiede una maggiore assistenza per le migliaia di rifugiati, richiedenti asilo e migranti in fuga dalle terre d'origine.
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