Davide contro Golia. Per una volta i piccoli rischiano di vincere contro i giganti. Il tribunale dello Stato canadese del Saskatchewan ha infatti stabilito la possibilità per mille agricoltori biologici di portare avanti una azione legale di categoria contro le compagnie Monsanto e Bayer. A renderlo
Proteste contro gli OGM
noto sono i tedeschi della Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (Cbg). L'accusa, di quelle pesanti, è contaminazione genetica. Gli agricoltori chiedono un indennizzo per le perdite che avrebbero avuto a causa della contaminazione di campi e raccolti biologici da parte della colza geneticamente modificata prodotta dalla Monsanto e dalla Bayer.
Uno degli agricoltori, Larry Hoffman dice di sentirsi incoraggiato dalla decisione del tribunale. «L'unione delle nostre forze rende possibile chiamare le compagnie in questione a rispondere delle loro azioni». «È una gran cosa gli fa eco Dale Badouin, un altro degli agricoltori in causa - Per conto di oltre 1000 agricoltori possiamo continuare a combattere per il nostro diritto di rimanere i rappresentanti di una agricoltura sostenibile. È una questione di indipendenza e di sopravvivenza per gli agricoltori di tutto il mondo».
«La colza geneticamente modificata è coltivata in gran parte dell'America del Nord. Le piante sono resistenti a un erbicida venduto dagli stessi produttori. In questo modo - denuncia la Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer - le due multinazionali si garantiscono la possibilità di vendere il loro diserbante. Il polline della colza può essere portato dal vento e dagli insetti anche a chilometri di distanza dove può impollinare le piante convenzionali. Perciò è praticamente impossibile coltivare colza non geneticamente modificata in Canada. Gli agricoltori perdono dunque la loro fetta di mercato poiché molti paesi nel mondo richiedono alimenti non inquinati da altri geneticamente modificati».
Axel Koehler-Schnura della Cbg afferma: «Questa diffusione incontrollata di raccolti geneticamente modificati è compiuta intenzionalmente. Gli agricoltori non possono in alcun modo coltivare raccolti non inquinati e alla lunga i consumatori saranno costretti a consumare prodotti geneticamente manipolati». Koehler-Schnura chiede che le compagnie siano costrette a indennizzare gli agricoltori.
La Nuova Ecologia, 8 settembre 2005