Il ministro dell'Interno Roberto Maroni è intervenuto alla giornata conclusiva della "Conferenza Panmediterranea sull'immigrazione clandestina e sulla sicurezza delle frontiere esterne" alla quale hanno preso parte 71 Paesi: gli Stati membri dell'Unione europea, i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, quelli africani delle regioni sub-sahariane e i Paesi del G8. Presenti anche diverse organizzazioni internazionali, quali Interpol, Commissione Europea, Europol e Frontex.
La Conferenza aveva l'obiettivo di approfondire le strategie e le metodologie di contrasto all'immigrazione clandestina e di favorire lo sviluppo di forme di cooperazione di tipo multilaterale.
Tra il 2008 e gli inizi del 2009 il fenomeno dell'immigrazione clandestina ha registrato nel nostro Paese un forte incremento del flusso proveniente dall'Africa e soprattutto dalla Libia. «L'Italia - ha detto il ministro Maroni - sta facendo uno sforzo straordinario per contenerlo».
La «strada maestra» adottata negli anni per affrontare il problema dell'immigrazione clandestina è stata quella degli accordi bilaterali e il nostro Paese, ha ricordato Maroni, ha sottoscritto 30 accordi di questo tipo. Il ministro ha proposto di sostituire «la fase degli accordi bilaterali con un nuovo protagonismo e una iniziativa dell'Unione europea» che deve diventare «controparte di queste intese».
Per questo Italia, Cipro, Malta e Grecia «spingono l'Unione europea ad assumere iniziative sulla gestione dei flussi migratori». «La collaborazione - ha aggiunto inoltre Maroni - deve rivolgersi anche verso paesi più lontani, del Corno d'Africa e dell'area sub sahariana».

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