Molte persone che abitavano lì se ne erano già andate, in seguito alla ripetuta azione di pressione da parte delle forze dell'ordine, che nell'ultimo mese si sono recate più volte nel campo, a qualsiasi ora, effettuando controlli e cercando di "persuadere" le persone ad andarsene da lì, con la promessa di una sistemazione per tutti.
«A più riprese, nei giorni scorsi, a nome delle istituzioni cittadine e del Prefetto, la polizia ha assicurato agli abitanti del campo che sarebbe stata trovata una soluzione abitativa per tutti e che i nuclei familiari non sarebbero stati smembrati» denunciano i volontari del Naga che hanno assistito alla schedatura dei nuclei familiari e hanno ascoltato le rassicurazioni del vice questore di turno.
E, invece, «quattro famiglie hanno trovato, ieri, sistemazione presso la Casa della carità, gli altri quelli che sono rimasti si sono trovati di fronte alle ruspe e a niente altro» dichiarano i referenti del Gruppo di Medicina di Strada del Naga, «Per le altre famiglie la soluzione proposta dal Comune è stata la solita: dividerle, mettendo donne e bambini nei centri di accoglienza e lasciando gli uomini per strada. Una proposta chiaramente inaccettabile: le persone della stessa famiglia non vogliono vivere divise e temono l'allontanamento dei figli» concludono i referenti del Naga che hanno seguito l'intera vicenda.
Ancora una volta le oltre 150 persone che vivevano a Bacula si trovano a vagare per la città, in cerca di un posto dove stare, dopo essere stati illusi con false promesse, senza alcun rispetto per la loro dignità e per i loro bisogni vitali.
Ancora una volta si riafferma il cosiddetto "modello Milano", che si vuole addirittura proporre alle altre città italiane quale buona prassi di gestione: soluzioni apparenti, decise senza il coinvolgimento delle persone direttamente interessate e delle realtà che si muovono sul territorio, ad esclusione di alcune associazioni che si propongono per gestire i campi comunali. Ancora una volta non sono stati proposti accessi allargati a percorsi di inserimento lavorativo e abitativo.
Nei giorni scorsi il Naga, insieme ad altre associazioni, con un atto di diffida e messa in mora ha chiesto il rispetto delle Prescrizioni delle Nazioni Unite in materia di sgomberi forzati e della Raccomandazione 2005 adottata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, che stabiliscono garanzie precise e cogenti a carico delle istituzioni pubbliche nel caso di sgomberi forzati, prime fra tutte la predisposizione di adeguate alternative abitative per i nuclei familiari, e la garanzia della vita familiare e dei diritti fondamentali delle persone. Con lo sgombero di Bacula queste norme sono state, come al solito, violate.
Nei prossimi giorni il Naga valuterà le azioni da intraprendere di fronte a questo caso di violazione dei diritti umani.
Il Naga continuerà comunque a portare assistenza nelle aree dismesse della città e ribadisce, in opposizione alla retorica istituzionale che solo finge di trovare soluzioni, la sua contrarietà alla politica degli sgomberi effettuati oltretutto senza alternative abitative condivise, accettabili e non forzate.
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