Produrre sangue artificiale in provetta, in quantità illimitate. Questo l'obiettivo di un team di scienziati guidati dal professor Marc Turner dell'Università di Edinburgo, che mira a sviluppare sangue di tipo "0 negativo", gruppo universale piuttosto raro (lo possiede circa il 7% degli esseri umani), adatto a ogni tipo di trasfusione senza rischio di rigetto.

Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico "The indipendent", entro tre anni dovrebbero effettuarsi le prime trasfusioni sperimentali di sangue realizzato grazie a cellule staminali embrionali ottenute con la fecondazione in vitro. Non è la prima volta che équipe mediche dichiarano di essere impegnate nella riproduzione di sangue artificiale: ricerche analoghe sono attualmente svolte in Svezia, Francia e Australia.

Quale è la posizione della nostra Associazione in merito a questa notizia, riportata  da molti quotidiani?
Lo abbiamo chiesto a Paolo Marcianò, responsabile delle politiche sanitarie di AVIS Nazionale. «Le conquiste sempre più sorprendenti nella scienza sono da accogliere a braccia aperte, perché molte volte sono decisive per la qualità della vita dell'uomo. Nello stesso tempo, bisogna essere prudenti quando si enfatizzano delle notizie ancora sul piano sperimentale e di laboratorio che possono destare anche problemi nella coscienza collettiva in cui, invece, tuttora c'è bisogno di un grande spirito di solidarietà perché si devono garantire milioni di donazioni di sangue in tutto il mondo ogni giorno.
È bene che la ricerca continui e che i risultati vengano attentamente valutati e, quindi, prima di annunciare clamorosi risvolti bisogna sempre distinguere il piano sperimentale dal piano pratico delle terapie che quotidianamente vengono assicurate a tantissimi malati nei nostri ospedali e in quelli di tutto il mondo». Ridimensiona gli entusiasmi anche Giuliano Grazzini, direttore del Centro Nazionale Sangue, che in un'intervista pubblicata questa mattina sul Messaggero dichiara: «È la mecidina dei sogni quella che assicura in tempi brevi la creazione di sangue artificiale in grado di sostituire quello umano. E, con ogni probabilità, non riuscirà mai a sostituirlo totalmente. Le staminali ci potranno permettere di creare una riserva complementare, poiché si potrà arrivare a una produzione limitata da utilizzare solo in particolari patologie».

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