di Redazione
Intanto dalla Mauritania, il vescovo di Nouakchott lancia un allarme fame
Rientrato da una visita di nel Niger, dove ha verificato le critiche delle organizzazioni non governative al modo in cui sono stati gestiti i fondi internazionali per fronteggiare la crisi alimentare in corso, Kofi Annan avverte la comunita' internazionale sulla necessita' di migliorare i sistemi di allerta e chiede piu' fondi per la lotta alla fame nel continente africano. "Non c'e' una ricetta miracolosa" per risolvere questo problema, scrive il segretario generale dell'Onu in un articolo sul Financial Times, "ma c'e' molto da fare".
E questo, per Annan, consiste soprattutto nella prevenzione. "Tutti, dai governi alle istituzioni internazionali ai gruppi umanitari, abbiamo tardato a capire quanto stava accadendo" nel paese africano ma, avverte il numero uno dell'Onu, "dobbiamo guardarci nello specchio invece di queste accuse reciproche. Tutti gli attori principali...devono assumersi la responsabilita' di questa crisi".
Meglio pensare al futuro, sottolinea Annan, visto che uno scenario simile a quello nigerino potrebbe "inghiottire nella morsa della fame circa venti milioni di persone nel Sahel, in Etiopia, in Somalia, in Eritrea, nel sud del Sudan e nel sud dell'Africa". Il prossimo vertice mondiale di New York offrira', spiega, l'occasione per aumentare i fondi delle Nazioni Unite per le emergenze e dare la possibilita' di intervenire piu' velocemente mentre, piu' a lungo termine, "remissione del debito e una riforma del commercio internazionale e regionale in direzione piu' favorevole ai Paesi poveri possono incoraggiare la produzione agricola locale.
Intanto, oltre la meta' della popolazione della Mauritania rischia di morire a causa della carestia che affligge i paesi costieri della fascia del Sahel. A lanciare l'appello, secondo quanto riporta l'agenzia Fides, e' il vescovo di Nouakchott, monsignor Martin Happe, in occasione di una visita in Portogallo. ''Anche se tutti i cristiani sono originari di altri paesi - ha affermato il vescovo- noi viviamo come i mauritani. La siccita' e' una calamita' dagli anni '70. I campi sono abbandonati e le citta' sovrappopolate. L'anno scroso abbiamo avuto l'invasione della locuste nella regione di Nouakchott che ha peggiorato la situazione''. Il vescovo, infine, ha richiesto la solidarieta' internazionale per porre fine a una situazione aggravata anche dalla forte instabilita' politica, dopo il colpo di Stato militare che il 3 agosto ha rovesciato il presidente della Mauritania.
Vita, 29 agosto 2005