Benedetto XVI in Africa ribadisce l'impegno della Chiesa nella «difesa dei diritti dei poveri», a «risvegliare la speranza nei cuori degli esclusi» e a «contribuire alla costruzione di un mondo più giusto in cui ciascuno potrà vivere dignitosamente».
Il Pontefice, da qualche giorno in Camerun, ha già più volte richiamato l'impegno sociale, per la giustizia e la pace della chiesa nel Continente, ricordando che «un numero crescente dei suoi abitanti finisce preda della fame, della povertà, della malattia» e sono proprio questi che «implorano a gran voce riconciliazione, giustizia e pace».
La visita segue di pochi giorni il
Forum di Caritas Africa svoltosi a Nairobi, che ha visto la partecipazione di un rappresentante di Caritas Italiana. Durante il Forum è stato riaffermato l'impegno del network internazionale Caritas nel sostegno e nell'accompagnamento delle Caritas sorelle dei diversi Paesi africani affinché possano sempre più essere promotrici, all'interno delle loro Chiese e società di appartenenza, dello sviluppo integrale della persona umana. I temi affrontati hanno riguardato in particolare la risposta alle situazioni di emergenza, sia a causa di calamità naturali sia di conflitti, con l'approfondimento del tema del necessario impegno delle Caritas per la prevenzione e l'azione sulle cause delle stesse, il cambiamento climatico e le migrazioni, che riguardano sia i movimenti di persone all'interno dell'Africa sia tra i diversi continenti.
Caritas Italiana partecipa al cammino di crescita delle Caritas sorelle africane ed è impegnata, in particolare, in quei Paesi in cui oggi sono maggiori le conseguenze di conflitti e di crisi economiche e politiche: Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Zimbabwe e Madagascar (vedi i microprogetti).
TRA I TANTI LUOGHI DI SOFFERENZA VOGLIAMO RICORDARE
e richiamare l'attenzione sulla grave situazione che si è venuta a creare al confine tra Sudan (Regione dell'Equatoria dell'Ovest) e Repubblica Democratica del Congo (Provincia Orientale) dove agisce il movimento ribelle ugandese "Lord Resistance Army". In territorio sudanese sono state circa 50.000 le persone costrette ad abbandonare le proprie case mentre 140.000 quelle in territorio congolese, dove in questi giorni una delegazione di sei vescovi in rappresentanza la Conferenza Episcopale Congolese ha compiuto una visita di solidarietà alla popolazione vittima delle azioni dei ribelli.
Le Caritas diocesane di Dungu - Doruma, Bondo e Isiro - Niangara in Repubblica Democratica del Congo e di Tombura -Yambio in Sudan sono al momento impegnate in interventi di assistenza alla popolazione sfollata. Si prevede che la crisi possa assumere proporzioni più gravi in un prossimo futuro, con la stagione delle piogge, a causa dell'impossibilità della popolazione a coltivare le proprie terre.