Evitare il rischio "deregulation generalizzata" che le misure contenute nel Piano Casa potrebbero determinare. E' la richiesta accorata di Legambiente ai presidenti delle Regioni e delle Province autonome in merito al disegno di legge annunciato dal premier Berlusconi.
In una lettere consegnata ieri in occasione della Conferenza delle Regioni, l'associazione ambientalista - convinta che il rilancio del settore edilizio possa effettivamente svolgere un ruolo fondamentale per uscire dalla crisi, purché incentrato sull'innovazione energetica e la riqualificazione del patrimonio abitativo - motiva nel dettaglio la sua preoccupazione sul contenuto del provvedimento.
L'aumento di cubatura degli edifici, che il disegno di legge prevedrebbe di poter realizzare senza altri permessi che l'autocertificazione rilasciata da un progettista, rischierebbe "di provocare conseguenze irreversibili per le nostre città che potrebbero diventare più brutte e sempre meno vivibili".
"Per evitare questi rischi - prosegue la lettera di Legambiente - occorre che gli interventi siano possibili esclusivamente nelle Zone B e C dei piani regolatori comunali, ossia quelle di completamento e di espansione urbana. E che siano in ogni caso esclusi sia gli edifici vincolati, sia quelli abusivi o per cui è stata presentata domanda di sanatoria".
Per impedire che siano realizzati manufatti di scarsa qualità che possano complessivamente degradare l'identità del paesaggio e delle città italiane, Legambiente chiede alle Regioni di definire con chiarezza le tipologie di intervento, i caratteri, le aree e le categorie escluse dall'aumento di cubatura.
Occorre anche che gli aumenti di cubatura previsti siano vincolati a precisi obiettivi di efficienza energetica, mentre l'attuale formulazione del provvedimento premia qualsiasi tipo di intervento con l'aumento di cubatura e concede un ulteriore 5% in caso di risparmio energetico ma senza alcuna definizione chiara.
E affinché la semplificazione, seppur necessaria, dell'iter autorizzativo e l'autocertificazione prevista dal governo non diano il via libera a qualsiasi tipo d'intervento, trasformandosi in un modo per aggiungere cubature in deroga ai piani e regolamenti vigenti, Legambiente chiede infine alle Regioni di introdurre sanzioni durissime per chi supera gli ambiti e i limiti fissati dalla legge,affinché la riduzione delle sanzioni annunciata non rappresenti un invito a costruire molto di più di quanto previsto.
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