(La Valletta - Bruxelles - Roma, 13 marzo 2009) - Medici Senza Frontiere (MSF) annuncia la sospensione dei progetti di emergenza nei tre centri di detenzione chiusi per migranti e richiedenti asilo di Malta per l'impossibilità di poter adempiere al proprio mandato, e di poter così svolgere la propria azione medico umanitaria indipendente in maniera efficace.
MSF non rinuncia altresì al suo ruolo umanitario e quindi chiede alle autorità maltesi di continuare le sue attività mediche a favore dei migranti presenti nei centri aperti e di proseguire le attività di assistenza medica agli sbarchi.
MSF ha inoltrato numerose richieste alle autorità maltesi affinché apportassero miglioramenti in termini di accoglienza nei centri di detenzione che presentano condizioni inaccettabili: ambienti malsani e promiscui, spazi sovraffollati, vetri rotti, scarsità di letti e di beni di prima necessità, servizi igienico-sanitari inadeguati, sono le condizioni che fin da subito gli operatori di MSF hanno trovato nei centri di detenzione maltesi. Condizioni che peraltro favoriscono la diffusione di patologie legate alle proibitive condizioni di vita, altrimenti evitabili. Da quasi 3.200 consultazioni mediche effettuate dai team dallo scorso agosto, è emerso che le patologie riscontrate sono strettamente legate alle condizioni di vita nei centri: infezioni alle vie respiratorie e alla pelle, patologie legate all'apparato gastrointestinale e osteomuscolare sono le più diffuse.
"Malgrado le reiterate richieste da parte di MSF alle autorità maltesi di migliorare gli standard di accoglienza, anche alla luce dei massicci arrivi tra la seconda metà del 2008 e l'inizio del 2009, nulla è cambiato in otto mesi e i problemi strutturali legati alla detenzione dei migranti sono rimasti gli stessi", dichiara Loris De Filippi, responsabile delle operazioni di MSF. Per questo MSF ha deciso di sospendere le proprie attività nei centri chiusi, continuando tuttavia a lavorare nei centri aperti.
MSF denuncia inoltre con forza la pratica diffusa della detenzione sistematica per i migranti, incluse categorie vulnerabili come donne in gravidanza e minori che per settimane vengono trattenuti in attesa dell'espletamento delle pratiche di riconoscimento. La situazione risulta ancor più intollerabile se si considera che oltre la metà dei migranti che arriva a Malta, fugge da guerre e da contesti di estrema violenza e povertà, e molti di loro sono potenziali richiedenti asilo (il 49% degli immigrati sbarcati proviene dalla Somalia).
"Una volta ammalati, i detenuti hanno scarso accesso alle cure infatti il sistema previsto dalle autorità maltesi non è sufficiente a garantire un'adeguata assistenza medica e un'adeguata fornitura di farmaci e un adeguato follow up delle patologie più severe come quelle infettive (morbillo, tbc, varicella)", aggiunge Loris De Filippi.
MSF chiede pertanto alle autorità maltesi ed europee di prendere misure urgenti e decisive al fine di garantire standard minimi di accoglienza a partire dall'allestimento di un sistema di assenza medico adeguato, di una farmacia all'interno dei centri ed evitando la detenzione specie per le categorie vulnerabili.
Dall'agosto 2008 MSF opera a Malta fornendo assistenza sanitaria alle popolazioni sbarcate sull'isola e garantendo altresì consultazioni mediche gratuite e supporto psicologico nei tre centri principali dell'isola. MSF svolge da anni la sua attività medico umanitaria, inclusa l'assistenza alle popolazioni migranti in diverse parti dell'Europa e del mondo.
MSF lavora per abbattere le barriere verso l'accesso alla salute, esortando in tutti i contesti le autorità nazionali ad adottare standard minimi di accoglienza per gli immigrati al fine di salvaguardare la dignità umana e di garantire il diritto alla salute
Per informazioni:
Loris de Filippi 335.7635008