In occasione della Giornata internazionale delle donne, Amnesty International rende omaggio alle attiviste per i diritti umani che, in ogni parte del mondo, tra difficoltà e repressione spesso crescenti, svolgono un ruolo di primo piano per migliorare la situazione dei diritti umani.
"In quanto madri, sorelle, figlie, mogli, partner e, prima ancora, cittadine e attiviste, le donne sono in prima fila nella difesa dei propri diritti umani e di quelli dell'intera società in cui vivono" - ha dichiarato Erika Bernacchi, responsabile del Coordinamento donne della Sezione Italiana di Amnesty International. "Contrastano l'impunità che troppo spesso circonda i casi di violenza sulle donne, danno aiuto alle vittime che chiedono giustizia, dirigono progetti per la protezione delle sopravvissute alla violenza sessuale, testimoniano nei processi contro i responsabili di violazioni dei diritti umani, lanciano campagne per l'uguaglianza, fondano movimenti per i diritti umani".
Proprio a seguito di tutte queste attività, moltissime donne vanno incontro a violazioni dei diritti umani e corrono rischi spesso superiori a quelli affrontati dagli uomini. La credibilità e la legittimità della loro azione viene sovente messa in dubbio quando s'impegnano su temi, come i diritti sessuali e riproduttivi o la libertà d'espressione, considerati una minaccia ai valori dominanti, culturali e religiosi, dei contesti in cui agiscono. Quando le donne sfidano queste regole sociali, si trovano marginalizzate, colpite da pregiudizi, ostracismo e violenza anche da parte delle comunità di cui fanno parte.
Questo raccontano le parole di Shahla, un'attivista afgana che dirige una casa rifugio per donne a rischio di violenza domestica, sessuale e matrimoni forzati: "Sto ricevendo minacce di morte e hanno tentato di rapire mio figlio di nove anni. Le persone che mi minacciano mi stanno dicendo chiaramente che dovrei chiudere la casa rifugio e che se non lo faccio ne pagherò le conseguenze".
Nonostante qualche miglioramento nel rispetto dei diritti delle donne, le coraggiose attiviste afgane che osano sfidare la discriminazione subiscono di frequente intimidazioni e attacchi dai leader locali, alcuni dei quali membri del governo centrale, dai talebani e da altre forze anti-governative e, a volte, dalle loro stesse famiglie.
Simile è la situazione delle attiviste iraniane della "Campagna per l'eguaglianza" che, a causa della loro lotta per porre fine alla discriminazione legale contro le donne, sono perseguitate dalle autorità. Oltre 50 di esse sono state imprigionate a causa del loro impegno.
In vista dell'8 marzo, Amnesty International lancia nove azioni per il rispetto dei diritti umani delle donne in altrettanti paesi: Afghanistan, Grecia, Haiti, Iran, Iraq Liberia, Nepal, Sudafrica e Venezuela. La Sezione Italiana dell'organizzazione prende parte all'azione globale attraverso la pubblicazione on line degli appelli e una serie di iniziative sul territorio.
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