Amnesty International ha sollecitato ieri il Congresso del Guatemala, attraverso un appello globale diffuso in Italia , ad approvare una legge che istituisca una Commissione nazionale per la ricerca degli scomparsi, considerata dall'organizzazione per i diritti umani un passo avanti fondamentale per dare attuazione alle raccomandazioni formulate 10 anni fa dalla Commissione per il chiarimento storico.

"Il rapporto della Commissione per il chiarimento storico fu una pietra miliare per i diritti umani in Guatemala" - ha dichiarato Kerrie Howard, vicedirettrice del Programma Americhe di Amnesty International. "Ora è tempo che il governo garantisca giustizia".
"È molto triste constatare quante raccomandazioni della Commissione siano rimaste in sospeso e quanta giustizia debba essere ancora fatta per le decine di migliaia di casi di sparizioni forzate, uccisioni e torture che contrassegnarono il lungo conflitto guatemalteco" - ha aggiunto Howard.

Il rapporto della Commissione per il chiarimento storico, elaborato nel contesto degli accordi di pace patrocinati dalle Nazioni Unite, venne pubblicato il 25 febbraio 1999. Secondo le sue conclusioni, nel conflitto interno del Guatemala (durato dal 1960 al 1996), circa 200.000 persone furono vittime di sparizioni forzate o uccisioni e vennero commessi 669 massacri, soprattutto nei villaggi indigeni. La Commissione, inoltre, attribuì all'esercito guatemalteco e ai gruppi legati ai militari la maggior parte delle violazioni, in alcuni casi veri e propri atti di genocidio.

Il 5 dicembre 1982, 250 tra uomini, donne e bambini furono assassinati dai militari nel villaggio di Dos Erres. Da quando, nel 1994, è stata formalmente aperta l'inchiesta, la difesa ha presentato almeno 30 ricorsi e ha sollecitato rinvii per motivi di procedura in quasi 50 occasioni. A oltre 14 anni dall'avvio di quell'inchiesta, nessun ufficiale di alto grado o autorità civile è stato portato in giudizio per aver ordinato, pianificato ed eseguito massicce e sistematiche violazioni dei diritti umani in Guatemala. Le poche inchieste avviate sono state clamorosamente lente e inadeguate.

"Le autorità del Guatemala hanno il dovere morale e legale di assicurare che i crimini commessi durante il conflitto interno, molti dei quali costituiscono crimini contro l'umanità, siano sottoposti a indagine e che i responsabili siano portati in giudizio. Senza giustizia, il Guatemala non potrà sganciarsi dal suo oscuro passato" - ha commentato Howard.

Secondo Amnesty International, alcune delle principali raccomandazioni comprese nel rapporto della Commissione per il chiarimento storico, volte ad assicurare un risarcimento alle vittime e ai sopravvissuti, sono state attuate ma nella maggior parte dei casi non hanno avuto ancora seguito.

L'organizzazione per i diritti umani ha accolto con favore la notizia che l'ufficio governativo che si occupa di pace ha trasmesso alla Procura generale informazioni su oltre 3300 casi di violazioni dei diritti umani commesse nel corso del conflitto interno. L'organizzazione auspica che queste informazioni possano servire a rinnovare gli sforzi per indagare sugli abusi del passato e punire i responsabili.

"La maniera migliore che le autorità del Guatemala hanno per ricordare e onorare le vittime del conflitto interno è assicurare che coloro che hanno commesso, autorizzato e pianificato questi crimini non possano evadere la giustizia" - ha concluso Howard.

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