Storie di vita, storie di chi ha subito un incidente sul lavoro.
Si intitola "Basta poco. Storie di vite invisibili" il libro realizzato dalle Acli in collaborazione con l'INAIL che raccoglie le voci di chi ha vissuto sulla propria pelle un infortunio professionale.
Sono 912.615 gli episodi registrati nel corso del 2007. Un numero eclatante, certo, ma il cui significato va ben al di là dell'evidenza delle cifre. Le vicende raccontate da questo volume, infatti, parlano di dolore, di rabbia, di delusione e d'umiliazione, ma soprattutto dignità e di coraggio.
La pubblicazione, disponibile nelle sedi territoriali del Patronato Acli (in copie limitate), è scaricabile integralmente online, sui siti del Patronato Acli e dell'INAIL. Nel libro sono state selezionate nove storie di infortuni e di mancata prevenzione sui luoghi di lavoro: esperienze che diventano anche modello per la conoscenza di norme, comportamenti, garanzie e procedure in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro.
"Un infortunio può sconvolgere la vita di tante persone, ma non deve mai essere considerato una fatalità ineluttabile", ha affermato, in merito, il presidente del Patronato Acli Michele Rizzi.
"Deve essere individuato, pertanto, ogni spazio di intervento per evitare che si verifichi". Uno sforzo che può essere anche minimo. Perché molto spesso, per evitare un dramma, come ricorda il titolo "basta poco".
"L'INAIL in questi ultimi anni ha compiuto notevoli passi in avanti e ha messo in atto una serie di iniziative per sostenere l'affermarsi della prevenzione e della sicurezza come valori sociali", sottolinea il presidente, Marco Fabio Sartori, nella sua introduzione al volume.
"Al punto che, l'istituto viene sempre più spesso identificato dall'opinione pubblica come uno degli agenti principali dei processi di sicurezza e gli vengono normalmente attribuite anche funzioni di prevenzione normativamente previste per altri soggetti pubblici".