Roma, 19 febbraio 2009 - Utilizzare il doppio arbitro nelle partite di calcio per ridurre errori e contestazioni. Lo ha proposto ieri il presidente dell'Uefa Michel Platini al cospetto del Parlamento europeo. In Italia - pochi lo sanno - questa esperienza esiste da oltre 20 anni nel calcio amatoriale organizzato. «Sono più di 20 anni che utilizziamo il doppio arbitro nei nostri campionati nazionali di calcio» racconta Alfredo Cucciniello, presidente nazionale dell'Unione sportiva Acli, 320 mila iscritti su tutto il territorio.
I campionati nazionali di calcio dell'Us Acli coinvolgono oltre 500 squadre in tutta Italia, per circa 15 mila calciatori tesserati e 9000 partite l'anno. «I risultati di questa lunga esperienza - testimonia Cucciniello - confermano le aspettative del presidente Uefa. Si riducono i margini di errore, contribuendo a stemperare gli animi e a creare un clima in campo più sereno».
Arbitri a parte, il presidente dell'Unione sportiva Acli esprime apprezzamento per tutto l'intervento di Michel Platini, che ha richiamato l'attenzione su un calcio più attento ai valori etici dello sport.
«Ci sembra giusto il monito a ridimensionare le spese per evitare l'implosione del sistema calcistico - dice Cucciniello - così come la proposta di una sorta di tetto per gli stipendi, per il numero di calciatori in rosa e per i costi dei trasferimenti. Da anni sosteniamo che le offerte esorbitanti per assicurarsi le prestazioni di un calciatore sono contrarie all'etica e alla morale comune, e questo vale tanto di più in una fase di profonda crisi sul piano internazionale. Il lievitare incontrollato del giro di affari legato al grande spettacolo calcistico è a nostro giudizio uno dei fattori principali per il proliferare di doping amministrativo, corruzione, violenza negli stadi. Siamo inoltre totalmente d'accordo con Platini, quando chiede di riconoscere la specificità dello sport, rivedendo alcune norme sulla libera circolazione dei calciatori; ci sembra utile fissare dei criteri che tutelino i vivai nazionali e che impediscano l'indiscriminata circolazione di calciatori giovanissimi, minorenni che vengono strappati ai loro contesti ambientali e alle loro famiglie per essere sfruttati nel mondo del calcio».
Insomma, conclude il presidente dell'Us Acli, «il calcio va cambiato, ma in forma umana - come ha detto Platini - prima che tecnologica».