Gli enti di tutela dei rifugiati riuniti nel Tavolo Asilo si rivolgono oggi al presidente della Repubblica, al presidente del Consiglio dei Ministri, al ministro dell'Interno con la seguente lettera aperta:

Le sottoscritte associazioni ed enti del Tavolo Asilo esprimono profonda preoccupazione per quanto sta avvenendo in queste ore nel centro per immigrati e richiedenti asilo situato in contrada Imbriacola, a Lampedusa, utilizzato a partire da gennaio come Centro di identificazione ed espulsione (CIE), per decisione del ministro dell'Interno.

Nel centro, ove si trovano al momento circa 800 persone, è in corso da ieri sera uno sciopero della fame dei migranti e questa mattina è scoppiato un esteso incendio.

La trasformazione del centro da struttura di primo soccorso a Centro di identificazione e l'esecuzione degli allontanamenti hanno già destato, a livello nazionale e internazionale, grandi preoccupazioni, evidenziate nel documento del Tavolo Asilo, noto alle autorità italiane ed europee, nonché negli allarmati rapporti della Commissione diritti umani del Senato e della delegazione del Parlamento europeo.

La scelta messa in atto dal governo, che ha voluto concentrare a Lampedusa tutti i migranti che giungono presso le sue coste, qualunque sia la loro condizione giuridica, ha creato nell'isola una situazione di grande e crescente tensione. Si ritiene che l'isola di Lampedusa non abbia le caratteristiche per ospitare un centro che abbia finalità diverse da quelle di prima accoglienza e soccorso, con la previsione di rapidi trasferimenti di tutti i migranti in altre strutture, com'è avvenuto dall'aprile 2006 fino a dicembre 2008.

Si torna a chiedere, con urgenza:

- che tutti i migranti siano immediatamente trasferiti in altre strutture idonee, ove siano svolte le procedure amministrative, in particolare quella di asilo;

- che l'isola di Lampedusa sia sede esclusivamente di strutture destinate al primo soccorso e all'accoglienza dei migranti.

- Si chiede inoltre che vengano accertate eventuali responsabilità di quanto accaduto.

Firmatari:
Amnesty International, Arci, Asgi, Casa dei diritti sociali - Focus, Centro Astalli, Consiglio italiano per i rifugiati - CIR, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Medici Senza Frontiere, Senzaconfine

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