"Una sentenza di grande rilievo dove si evince in modo chiaro, che le zone di protezione speciale rientrano tra le aree naturali protette e sono sottoposte alla disciplina statale".

Questo il commento di Legambiente sulla sentenza n. 302 della Prima Sezione del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia - Sede di Palermo (Presidente Giorgio Giallombardo, Estensore Roberto Valenti), depositata lo scorso 4 febbraio, con la quale è stato accolto il ricorso di Legambiente-WWF e LIPU che lamentava la mancata applicazione delle normativa nazionale alle Zone di Protezione Speciale e ai Siti di Importanza Comunitaria.

Secondo l'associazione, la sentenza dei magistrati della Prima Sezione del TAR Sicilia ha un grandissimo rilievo giuridico, perché ribadisce in modo chiaro che la competenza a tutelare l'ambiente e l'ecosistema nella sua interezza è stata affidata in via esclusiva allo Stato in base all'art. 117 della Costituzione, e per «ambiente ed ecosistema», deve intendersi quella parte di "biosfera" che riguarda l'intero territorio nazionale (come affermato dalla Dichiarazione di Stoccolma del 1972).
Quindi in base alla Costituzione, «spetta allo Stato disciplinare l'ambiente come un'entità organica e dettare le norme di protezione e gestione che garantiscono i criteri minimi di conservazione.
Ora, Legambiente alla luce della sentenza del TAR Palermo, chiede al neo Assessore Regionale al Territorio e Ambiente Sorbello, di emanare gli opportuni provvedimenti che garantiscono la tutela delle aree naturali protette siciliane.

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