Sono l'ultimo anello di quella "catena" chiamata assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Sono le assistenti sociali dell'INAIL, coloro che tutti i giorni si occupano delle persone divenute disabili in seguito a un infortunio invalidante.
E quelle dell'Emilia-Romagna si sono incontrate a Bologna per parlare dei problemi che quotidianamente devono affrontare i loro assistiti: il percorso di riabilitazione (sia fisica sia psicologica), l'abbattimento delle barriere architettoniche, il reinserimento lavorativo o la riqualificazione professionale, la fornitura di ausili.
Ma dall'incontro, che ha visto la presentazione della nuova veste di Superabile.it da parte del direttore editoriale del portale Stefano Trasatti e del direttore news Mauro Sarti, è emerso anche che le assistenti sociali sono anche delle importanti depositarie di storie. Storie di vita che nascono dal confronto con chi, dopo un infortunio, deve ricucire il proprio tessuto relazionale, riprendere i propri rapporti con il mondo esterno all'ospedale, riappassionarsi dei propri hobby e dei propri interessi, ricostruire la propria immagine personale e professionale, spesso compromessa dopo l'incidente.
Le assistenti sociali dell'INAIL, oltre a fornire consulenze socio sanitarie, informazioni sui servizi rivolti alle persone disabili, supportare la famiglia e disbrigare pratiche, diventano così testimoni di vita vissuta. Da chi ha deciso di darsi al turismo accessibile a chi ha trovato un modo ingegnoso per affrontare un problema pratico fino a chi parteciperà ai prossimi World Air Games di Torino, le olimpiadi delle discipline aeronautiche, guidando un deltaplano adattato.
"Superato il primo periodo dell'infortunio, della trafila in ospedale e del ritorno a casa, e dopo che il percorso di riabilitazione inizia a dare i suoi frutti e che gli assistiti cominciano ad acquistare autonomia, le persone hanno voglia di parlare di se stesse e di raccontare come riescano a risolvere i piccoli grandi problemi di tutti i giorni", spiega Sonia Brancolini, assistente sociale dell'INAIL di Modena.
"C'è addirittura una persona, senza entrambe le braccia", interviene una collega, "che vorrebbe farsi filmare dal momento in cui si sveglia fino al momento in cui si infila le protesi per fare vedere a tutti come la disabilità aguzza l'ingegno e com'è riuscito a fare di necessità virtù".
"Sempre più spesso poi", conclude Brancolini, "abbiamo a che fare con pazienti molto informati sulle normative riguardanti la disabilità e sui loro diritti, segno dei tempi che cambiano".