Dalla fine dello scorso dicembre, durante e dopo le tre settimane dell'offensiva militare israeliana nella Striscia di Gaza che ha causato la morte di oltre 1300 palestinesi, in gran parte civili, le forze e le milizie di Hamas hanno portato avanti una campagna di rapimenti, uccisioni deliberate e illegali, torture e minacce di morte contro persone accusate di aver "collaborato" con Israele, così come contro critici e oppositori.
Lo denuncia Amnesty International, in un nuovo documento diffuso oggi e redatto sulla base delle proprie ricerche effettuate nella Striscia di Gaza nelle ultime settimane.
L'organizzazione per i diritti umani ha verificato che almeno due dozzine di persone sono state uccise da uomini armati di Hamas e decine di altre sono state gambizzate o ferite in modo da causare disabilità permanente, sottoposte a brutali pestaggi che hanno provocato fratture, a maltrattamenti e a torture.
Molte delle persone prese di mira da Hamas sono state rapite in casa e poi abbandonate, gravemente ferite o uccise, in zone isolate. Altre sono state ritrovate nelle camere mortuarie degli ospedali di Gaza, altre ancora sono state finite negli stessi ospedali dove erano state ricoverate.
I delegati di Amnesty International hanno ottenuto informazioni dettagliate da molte vittime, dal personale medico e da testimoni oculari. Molte altre persone hanno preferito non parlare in pubblico per evitare punizioni da parte di Hamas.
Amnesty International ha chiesto all'amministrazione de facto di Hamas di porre immediatamente fine alla campagna di punizioni e accettare l'istituzione di una commissione nazionale di esperti, indipendente e imparziale, che svolga indagini su quanto accaduto.
Le azioni, i rapporti e le denunce di Amnesty International sul conflitto a Gaza e nel sud d'Israele sono on line.
Il documento "Palestinian Authority: Hamas' deadly campaign in the shadow of the war in Gaza" è disponibile on line.
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