"Da tempo si vanno diffondendo nel nostro Paese, tramite i contatti sempre più intensi con i Paesi del Nord Europa, soprattutto tra i giovani, nuovi modelli di consumo alcolico che espongono la popolazione a un elevato rischio di patologie e incidenti alcolcorrelati. In particolare stanno assumendo un andamento preoccupante i consumi fuori pasto, i consumi eccessivi e ad alta intensità (binge drinking) e gli episodi di ubriachezza, sopratutto tra i giovani ma per alcuni aspetti anche tra gli anziani, con una crescente partecipazione della popolazione femminile".
E' quanto rileva il Ministro del Lavoro, della salute e delle Politiche sociali Maurizio Sacconi presentando la Relazione al Parlamento sugli interventi realizzati in attuazione dell'art. 8 della Legge 30.3.2001 n. 125 "Legge quadro in materia di alcol e problemi alcolcorrelati"" - Anno 2007.
Il documento, che presenta l'analisi dei dati relativi ai consumi di bevande alcoliche e ai modelli di consumo nonché la fotografia delle attività dei servizi alcologici del SSN insieme con la mappa degli interventi a livello centrale e territoriale di contrasto al fenomeno, è stato trasmesso ai Presidenti di Camera e Senato il 23 dicembre 2008.
In particolare la Relazione pone particolare attenzione ancora una volta ai modelli a rischio di comportamento della popolazione giovanile dove si rileva:
- bassa età del primo contatto con le bevande alcoliche (in media 12,2 anni contro i 14,6 della media europea);
- la più bassa in Europa aumento nel tempo (1998- 2006) dei consumatori tra i giovani di 20-24 anni, con incrementi particolarmente significativi tra le femmine aumento tra il 2005-2006 dei giovani consumatori di 14-17 anni (+0,8%);
- aumento nel tempo (1993-2006) dei giovanissimi di età compresa tra 14 e 17 anni che consumano alcol fuori pasto (la percentuale risulta praticamente raddoppiata tra il 1994 e il 2006, passando dal 13,4% al 24,2% tra i maschi e dal 8% al 16% tra femmine);
- aumento tra il 2005 e 2006 dei consumatori di aperitivi alcolici, liquori e superalcolici tra i giovani di 11-24 anni;
- aumento della prevalenza di binge drinkers e di chi si ubriaca tra gli studenti di 15-19 anni, tra i maschi di 14-17 anni (+1,3%) e tra le femmine di 18-24 anni (+0.8%).
Per quanto riguarda i servizi alcologici del SSN (455 servizi distribuiti in 20 Regioni), si osserva un costante aumento (dal 1996) degli alcoldipendenti in trattamento.
Nel 2006 sono stati presi in carico più di 61.600 persone, valore in aumento rispetto all'anno precedente (+9,6%).
I servizi a più alta utenza (quelli con più di 200 soggetti in carico) rappresentano il 18,5% del totale.
Le regioni del nord, in particolare Veneto e Lombardia sono quelle con numero assoluto più elevato di utenti, mentre il valore più basso si registra in Valle D'Aosta. I nuovi utenti sono più giovani degli utenti già in carico o rientranti. L'utenza femminile è relativamente più anziana di quella maschile, presumibilmente anche per effetto della struttura per età della popolazione generale. "Negli anni più recenti - afferma il Ministro Sacconi nell'introduzione - questo Ministero, in attuazione della legge 125/2001, ha espresso un notevole impegno per il rafforzamento delle politiche alcologiche, con iniziative programmatiche quali il Piano Nazionale Alcol e Salute e il Programma "Guadagnare Salute", promuovendo un approccio interistituzionale alla prevenzione sanitaria in adesione ai principi sostenuti dai programmi europei di "Salute in tutte le politiche".
Secondo tale orientamento i programmi sono stati condivisi innanzitutto con le Regioni e le Province Autonome ma anche, a vario titolo e in diverse forme, con altri soggetti, istituzionali e non, di ambito anche diverso da quello strettamente sanitario, che possono svolgere un ruolo strategico importante attuando efficaci interventi. Particolarmente significativo appare in questo senso l'impegno espresso dal Ministero dell'Interno tramite la Polizia stradale per l'incremento del numero dei controlli della guida in stato di ebbrezza, che è praticamente triplicato tra il 2006 e 2007.
Anche altri Ministeri e istituzioni, quali ad esempio la Scuola, stanno svolgendo un ruolo importante nella prevenzione e lo stesso mondo della produzione sembra più attento agli aspetti problematici del consumo di alcol e disponibile ad una maggiore collaborazione. Le istituzioni sanitarie regionali sempre più esercitano il loro ruolo di protezione della salute pubblica attraverso lo stimolo e il coordinamento di risorse in ampi settori della società, collaborando con le Forze di Polizia, la Scuola, lo stesso mondo della produzione e distribuzione, l'associazionismo presente nel territorio.
Le Regioni, pur con le diversità derivanti dalle specifiche condizioni socioeconomiche e culturali, hanno saputo corrispondere alle esigenze di potenziamento delle politiche alcologiche, rafforzando i servizi territoriali, aumentando il numero degli operatori addetti ed incrementando gli interventi di sensibilizzazione della popolazione.
Esse hanno inoltre recentemente costituito un Sottogruppo tecnico di coordinamento per l'alcologia nell'ambito della Commissione Salute degli Assessori regionali alla Sanità, per facilitare l'adozione di comuni linee di intervento nel rispetto degli specifici problemi regionali, dei diversi modelli di consumo e delle tipologie di rischio correlate".