FAME NEL MONDO, ALLEANZA GLOBALE PER CONTRASTRARLA. LA LAV: LE MISURE CONCRETE RICHIAMATE NELLA DICHIARAZIONE DI MADRID NON RESTINO PAROLE AL VENTO. NECESSARIE MISURE PER L'INCENTIVO AL CONSUMO DI PROTEINE VEGETALI E RIDUZIONE DEI CONSUMI DI PRODOTTI ANIMALI.
In relazione all'impegno, contenuto nella Dichiarazione di Madrid approvata nella Riunione dell'Onu conclusasi ieri, alla realizzazione di un'alleanza globale per l'agricoltura e la sicurezza alimentare, che individui misure concrete contro la fame e la malnutrizione, la LAV fa appello alla rappresentanza italiana che ha partecipato al tavolo di Madrid, nonché ai Ministri della Salute e delle Politiche Agricole per contribuire in maniera concreta a realizzare un consumo più sostenibile che consenta un equo accesso alle risorse per tutti, mettendo in atto misure per incentivare il consumo di proteine vegetali di cui peraltro il territorio italiano è ricchissimo, in sostituzione di quelle animali.
La proposta segue quella avanzata lo scorso ottobre, in occasione della Giornata Mondiale dell'Alimentazione indetta dalla FAO, a mangiare vegetariano un giorno a settimana, anticipata da autorevoli vegetariani come l'oncologo Umberto Veronesi e il presidente dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) dell'Onu, Rajendra Pachauri.
"Se l'obiettivo della nascente Alleanza globale per l'agricoltura e la sicurezza alimentare è individuare misure concrete contro la fame e la malnutrizione, allora non si potrà prescindere dal considerare il problema del troppo elevato consumo di prodotti animali nei paesi industrializzati - dichiara Roberta Bartocci, responsabile LAV Vegetarismo - Non è possibile continuare ad ignorare il dato oggettivo che la popolazione umana mondiale non può avere accesso alle stesse risorse alimentari dei Paesi Industrializzati per via della insufficienza di terreni coltivabili, ampiamente utilizzati per la produzione animale di cui peraltro beneficia solo la parte ricca del Pianeta".
Gli allevamenti intensivi, infatti, rappresentano un modo altamente inefficiente di coltivare la terra - considerando, ad esempio, che un raccolto destinato all'alimentazione di animali allevati per la loro carne fornisce un trentesimo delle proteine che lo stesso terreno produrrebbe se coltivato a soia - oltre ovviamente ad essere causa di sofferenza per miliardi di animali.
"Le produzioni vegetali richiedono invece meno risorse e offrono cibo a più persone: se non si prende atto di questo fattore, la Dichiarazione di Madrid resterà un nulla di fatto come lo è stato il World Food Summit del 1996, che a sei anni dalla scadenza del 2015, anno in cui dovrebbe essere dimezzata la fame nel mondo, il numero di persone che soffrono la fame non solo non è diminuito, ma, anzi, rischia di aumentare ulteriormente, stante la pressione delle economie emergenti di poter consumare come l'opulento Occidente che, pur rappresentando il 20% della popolazione umana, consuma attualmente l'80% delle risorse del pianeta" conclude Roberta Bartocci.
28.01.2009
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