Una coalizione di organizzazioni per i diritti umani (Amnesty International, Center for Constitutional Rights, Human Rights Watch, Federation internationale des ligues droits de l'Homme e Reprieve) ha chiesto oggi ai ministri degli Esteri, in vista della riunione del Consiglio degli affari generali e delle relazioni esterne in programma a Brussels lunedì 26 gennaio, di aiutare a chiudere Guantánamo offrendo protezione umanitaria ai detenuti che rischiano di andare incontro alla tortura e alla persecuzione nel proprio paese.
Il 20 gennaio, su ordine del presidente Barack Obama, i procuratori di Guantánamo hanno chiesto la sospensione per 120 giorni dei procedimenti delle commissioni militari, per consentire alla nuova Amministrazione Usa di rivedere il sistema delle commissioni militari e riesaminare i procedimenti in corso. I gruppi per i diritti umani hanno definito questo sviluppo un passo positivo ed espresso la speranza che esso dia impulso a una rapida chiusura del centro di detenzione. Le Ong hanno però sottolineato che l'Amministrazione Obama avrà bisogno dell'aiuto dei governi europei per attuare ogni piano che preveda la chiusura di Guantánamo.
Dei 250 detenuti che si trovano a Guantánamo a sette anni dalla sua apertura, circa 60 rischierebbero la tortura e la persecuzione se tornassero nel proprio paese e almeno uno è apolide. Gli Usa potrebbero decidere di accogliere alcuni di loro nel proprio territorio, ma i restanti detenuti hanno bisogno di protezione umanitaria in altri paesi dove si troverebbero al sicuro.
"Amnesty International spera che dopo la riunione dei ministri degli Esteri, gli Stati membri dell'Unione europea diffondano un messaggio congiunto sulla loro volontà di contribuire a chiudere Guantánamo e, ancora più importante, che questo sia seguito da azioni concrete per trovare una sistemazione per i detenuti che non possono tornare nei paesi di origine" - ha dichiarato Nicolas Beger, direttore dell'ufficio di Amnesty International presso l'Unione europea.
Emi MacLean, avvocato del Center for Constitutional Rights, ha detto: "C'è la concreta opportunità per la nuova Amministrazione Usa di girare pagina, chiudere Guantánamo e porre fine una volta per tutte a quel periodo terribile di detenzioni illegali e violazioni dei diritti umani. Questo risultato potrà essere conseguito solo se i paesi europei daranno protezione a quegli uomini che ancora sono bloccati a Guantanamo solo perché non hanno un posto sicuro dove tornare".
Julia Hall, consulente sull'antiterrorismo di Human Rights Watch, ha affermato: "Offrire un riparo sicuro ai detenuti più vulnerabili rappresenterebbe un importante gesto umanitario. L'Europa può aiutare la nuova Amministrazione a chiudere il centro di detenzione illegale e dare il proprio contributo a ristabilire la legalità".
Souhayr Belhassen, presidente della Federation internationale des ligues droits de l'Homme (FIDH), ha aggiunto: "Ogni giorno che passa aumenta la gravità della già drammatica situazione umanitaria. Non c'è tempo da perdere per rilasciare queste persone".
Cori Crider, avvocato di Reprieve, ha concluso: "Molti dei prigionieri sono marchiati da sette anni di detenzione illegale e ora non possono tornare a casa. Farlo sarebbe una tragedia, come è già stato per alcuni dei clienti della nostra organizzazione, L'assistenza dei governi europei può impedire che questo accada di nuovo. Speriamo che l'Europa tenda la mano a queste persone".
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