In vista del prossimo G8, organizzato all'Isola della Maddalena a luglio 2009, è possibile immaginare una leadership italiana per la salute globale? Ne discuteranno rappresentanti del Ministero degli Esteri, dell'Economia e Finanze, del Lavoro, parlamentari, rappresentanti della società civile e del settore imprenditoriale privato, in occasione della
Conferenza internazionaleLa presidenza italiana del G8 e la promozione della salute globale
Lunedì 9 febbraio 2009 - ore 9:00-18:30
Sala Capranichetta - Piazza Montecitorio 125 - Roma
organizzata da
Azione per la salute globale, rete che riunisce 15 organizzazioni non governative europee con l'obiettivo di promuovere l'impegno internazionale per migliorare la salute delle popolazioni del Sud del mondo.
Perché questa conferenza
Colpiti da una
crisi finanziaria senza precedenti, i paesi del G8 si preparano a correre ai ripari: piani di intervento e tagli di spesa operati dai governi stanno però andando a colpire quelle dimensioni dell'economia globale che vedono il Nord del mondo, più ricco, sostenere la lotta alla povertà e il miglioramento delle condizioni della popolazione del Sud del mondo, a cominciare dagli aiuti allo sviluppo.
Questi tagli rischiano di avere un impatto drammatico su quei settori, come la sanità, che nei paesi più poveri continuano a dipendere largamente dal sostegno internazionale. Contrastare l'HIV/AIDS, la tubercolosi e la malaria, ridurre la mortalità materna garantendo l'accesso universale ai servizi per la salute riproduttiva, ridurre la mortalità infantile entro il 2015, destinando agli aiuti allo sviluppo almeno lo 0,7 per cento del PIL, come stabilito dagli Obiettivi di sviluppo del Millennio (MDGs), rischia di diventare impossibile.
I tagli rischiano anche di
annullare il cammino internazionale per rendere più efficaci gli aiuti e concentrarli nei settori che più hanno bisogno di essere sostenuti, tra questi la salute globale: un cammino iniziato con la Conferenza di Parigi sull'efficacia degli aiuti del 2005, proseguito ad Accra nel settembre 2008 e poi con la Conferenza ONU di Doha sulla finanza per lo sviluppo (novembre 2008) dove è emersa la fragilità di questo percorso a fronte della crisi finanziaria globale.
Il G8 e la salute globale
A partire dal 2000, nei vertici dei G8, la salute globale, pur conquistando maggiore visibilità, non è diventata una priorità negli impegni dei governi. Il Fondo Globale per la lotta alla tubercolosi, AIDS, e malaria, il più importante programma di cooperazione socio-sanitaria mondiale, lanciato nel G8 di Genova nel 2001, registra una consistente contrazione dei finanziamenti e nel 2008 non è riuscito a far fronte a tutte le richieste che vengono dal Sud del mondo, in particolare dall'Africa Sub-Sahariana, dove oltre 22 milioni di persone vivono con l'HIV, il 61 per cento dei quali sono donne.
A rischio anche le altre iniziative per la salute lanciate nei G8: il coordinamento dello sviluppo dei vaccini (2004), l'impegno per l'Accesso universale alle cure entro il 2010 (2005 e 2006), l'impegno a mettere a disposizione 60 miliardi di dollari per le pandemie (2007), il rafforzamento dei sistemi sanitari e la piena integrazione tra prevenzione dell'HIV e salute sessuale e riproduttiva, in particolare in Africa (2008). Inoltre, nel 2008 a Toyako, Giappone, è stato presentato per la prima volta un meccanismo per monitorare il rispetto degli impegni per la salute globale dei paesi del G8, il "Toyako Framework for Action on Global Health", non ufficiale e che presenta ampi margini di miglioramento.
Le sfide per il G8 del 2009 in ItaliaL'Italia, che presiede il G8 nel 2009, potrebbe assumere la leadership in questo settore, integrando appieno la salute globale tra le priorità del prossimo vertice, nonostante il taglio degli aiuti allo sviluppo ridotti nel 2009 del 56%, da 732 a 321 milioni di euro? L'impegno del Ministro Tremonti nella Task force di alto livello sul finanziamento innovativo dei sistemi sanitari può aprire nuove strade? Quale margine ci sarà per affrontare le nuove sfide, prima fra tutte l'accesso universale ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva per ridurre HIV/AIDS e mortalità materna? E quale ruolo può giocare il settore privato?
A queste domande si cercherà una risposta nell'incontro del 9 febbraio.
Ufficio stampa Valentina Fanelli
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