Riprenderanno domenica 25 gennaio i colloqui tra governo di Kinshasa ed esponenti del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp), la cui seconda fase, che mira alla cessazione delle ostilità nel Nord Kivu, si è conclusa giovedì 15 gennaio a Nairobi. Lo riporta il sito dell'agenzia Misna. I portavoce di entrambe le parti hanno confermato che la settimana di "pausa" nei negoziati servirà a riferire ai vertici dei rispettivi schieramenti i passi in avanti compiuti nelle ultime settimane e per ottenere l'autorizzazione a firmare un cessate-il-fuoco.
Ad oggi il conflitto nell'Est della Repubblica Democratica del Congo ha costretto alla fuga più di 250mila civili, peggiorando la condizione di vita della popolazione civile e dei bambini. In risposta alla crisi, le Nazioni Unite hanno recentemente approvato l'impiego di 3.000 truppe aggiuntive nella missione nella Repubblica Democratica del Congo (MONUC), per un totale di 20.000 uomini delle forze di pace, e alcune agenzie umanitarie, come il World Food Programme (WFP) e l'Alta Commissione per i Rifugiati dell'ONU (UNHCR), hanno fornito scorte per 10.000 tonnellate di cibo e provvisto migliaia di persone di beni essenziali come coperte e fornelli per cucinare.
Il portale di informazione africana "News from Africa" riporta i risultati di un inedito Rapporto dell'Istituto per la Pace degli Stati Uniti (USIP) dal titolo "Rispondere alla Crisi Umanitaria nel Nord Kivu". Nel documento si evidenzia che gli sforzi per elaborare soluzioni sostenibili nel Paese dovrebbero andare oltre le iniziative a breve termine e si dovrebbero focalizzare sulla sicurezza dei congolesi. Il rapporto spiega che per superare l'instabilità nel Paese è necessario un approccio integrato, basato su incentivi e soluzioni elaborate a livello locale. Fino ad oggi la risposta alle crisi nella provincia Nord orientale è stata quella di far fronte ai bisogni immediati - cibo, rifugio e medicine - con la collaborazione degli organismi internazionali e le Ong, senza un piano per fornire soluzioni durature. Nonostante si tratti di interventi umanitari necessari nel breve periodo, il Rapporto evidenzia che è necessario favorire una transizione dalla logica degli aiuti umanitari a quella di uno sviluppo sostenibile.
A pagare le conseguenze del conflitto continuano ad essere soprattutto i bambini, in particolar modo quelli in difficoltà: orfani, bambini di strada, minori ammalati di AIDS, bambini accusati di stregoneria. Le stime di Unicef parlano di 4,2 milioni di bambini abbandonati in tutta la Repubblica Democratica del Congo su un popolazione infantile di 11 milioni 800mila minori (dati 2005).