Solo un ottavo degli aiuti in cibo e medicine di cui la popolazione di Gaza ha bisogno è stata fatta passare nei territori assediati dall'inizio dell'esplosione del conflitto il 27 dicembre. Dalla stessa data al 12 gennaio, in base ai dati ufficiali, è stato ucciso un bambino ogni due ore circa. Questi i dati forniti oggi da Save the Children, che da un lato ha definito irrisoria la quota degli aiuti rispetto al bisogno reale, dall'altra reputa inaccettabile la spirale di violenza che ancora una volta ha come principali vittime i bambini.
L'organizzazione, inoltre, continua ad affermare che le tre ore quotidiane di tregua siano assolutamente insufficienti e non consentano alle organizzazioni umanitarie di distribuire quei pochi soccorsi disponibili, ostacolando il lavoro umanitario.
Il Governo Israeliano ha dichiarato che, dall'inizio del conflitto fino alla mattinata del 12 gennaio, 900 camion di aiuti hanno potuto entrare a Gaza. Save the Children sostiene che per far fronte al fabbisogno minimo di cibo, carburante e medicine della popolazione, sarebbe stato necessario consentire il passaggio di almeno 7.200 camion.
"Per ogni camion che il Governo Israeliano ha fatto passare, sarebbe stato necessario permetterne l'accesso di altri sette" ha dichiarato Sarah Tyler, Communications Manager di Save the Children dal confine con Gaza. "Già prima del conflitto, oltre un milione di persone, di cui più della metà sono bambini, faceva affidamento sugli aiuti. Quelli entrati finora a Gaza sono molto lontani dall'essere sufficienti per il reale fabbisogno. Sono veramente irrisori".
Se anche fosse consentito l'ingresso a più aiuti, tuttavia, le tre ore di tregua non sarebbero sufficienti per la loro distribuzione. "Tre ore al giorno non sono abbastanza per attuare una distribuzione di queste proporzioni. Sono migliaia i bambini e le famiglie che chiedono disperatamente il nostro soccorso e potremo raggiungerli solo se ci permetteranno di operare in modo più libero".
Ad oggi, Save the Children è riuscita a consegnare aiuti alimentari a 20.000 persone, non solo a Gaza City, ma anche nella parte nord e sud del territorio, fornendo loro provviste per due settimane. La distribuzione, durante e al di fuori delle ore di tregua, viene portata avanti con tutti i mezzi, anche usando carri trainati da asini o macchine, perché spesso i camionisti si rifiutano di trasportare aiuti poiché temono di essere uccisi o feriti. L'organizzazione ha distribuito anche materiali sanitari a vari ospedali.
Save the Children, chiede con forza che si arrivi a una soluzione pacifica del conflitto che sta minacciando gravemente la vita dei bambini di Gaza e di quelli israeliani, nelle aree soggette agli attacchi. L'Organizzazione chiede ad entrambe le parti di cessare le ostilità: gli attacchi dal cielo e da terra da parte di Israele e il lancio di missili da Gaza. Save the Children chiede inoltre che siano assicurati varchi per gli aiuti umanitari, affinché le agenzie umanitarie possano provvedere in modo più adeguato al soccorso e alle necessità dei bambini e delle famiglie, in questo momento bisognose di aiuti essenziali e vitali.
L'organizzazione internazionale indipendente per la tutela e difesa dell'infanzia, che opera in Medio Oriente dal 1953 con uno dei più ampi programmi di aiuti e progetti nell'area, e a Gaza da 30 anni, ha attivato una RACCOLTA FONDI a sostegno delle attività di aiuto e soccorso. Per donazioni è possibile collegarsi al sito www.savethechildren.it
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