Oltre 300 bambini sono stati uccisi e più di 1.500 feriti tra l'inizio della crisi a Gaza, il 27 dicembre 2008, e il 13 gennaio 2009. 

Ogni giorno sempre più bambini vengono colpiti, i loro piccoli corpi feriti, le loro giovani vite spezzate.

Queste non sono solo fredde cifre. Parliamo di vite di bambini interrotte. 
Nessun essere umano può guardare a questo senza essere commosso. 

Nessun genitore può essere testimone di questo e non vedere il proprio figlio.
Tutto questo è tragico. È inaccettabile.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, è attualmente in Medio Oriente per sollecitare con urgenza l'adesione alla Risoluzione 1860 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che chiede un cessate il fuoco immediato, duraturo e pienamente rispettato e una fornitura e distribuzione senza ostacoli, in tutta Gaza, degli aiuti umanitari.

L'accesso umanitario a tutti, soprattutto ai più vulnerabili, non deve essere ostacolato.
La Risoluzione sottolinea inoltre che le popolazioni civili devono essere protette da entrambe le parti, in linea con i principi internazionali.

Le scuole e le strutture sanitarie devono essere protette e considerate zone di pace, in qualsiasi circostanza.
La crisi di Gaza è eccezionale proprio perché i bambini e le loro famiglie non hanno alcun posto dove scappare, non hanno rifugio. 
Il solo pensiero di essere intrappolati in una zona chiusa è preoccupante per gli adulti in tempi di pace. 
E allora cosa passa per la mente di un bambino che è intrappolato in una simile violenza senza sosta?

I bambini costituiscono la maggioranza della popolazione di Gaza. 
Stanno subendo il peso di un conflitto che non è il loro. 

Con i combattimenti che raggiungono il cuore di aree urbane densamente popolate, l'impatto delle armi letali comporterà un ancor più pesante costo per i bambini. 

Deve essere data priorità assoluta alla loro protezione.

Insieme con i suoi partner, l'UNICEF sta facendo tutto il possibile per aiutarli, nonostante le difficili condizioni attuali. 

Nuove risorse sono state rese immediatamente disponibili per fornire ai bambini e alle loro famigliole cose più urgenti: acqua, kit di rianimazione, kit di materiali scolastici, e molti altri generi di assistenza.

Al di là dei bisogni immediati dei bambini che hanno perso le loro case, non hanno accesso ad acqua, elettricità e cure, al di là delle orribili ferite e lesioni fisiche, sono le ferite psicologiche le più profonde. 

Per questi bambini, il recupero psicologico e sociale sarà lungo e difficile.

Solo con la cessazione delle ostilità i bambini possono iniziare il lungo viaggio di ritorno a una parvenza di quello che è il più fondamentale diritto di un bambino, il diritto a una vita libera dalla violenza fisica e mentale.

L'UNICEF chiede a tutte le parti di adottare ogni misura per proteggere i bambini.»

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