La Commissione europea procede sulla strada del via libera in Europa al mais geneticamente modificato della Monsanto, Mon 863, contro la quale si e' sempre pronunciata l'Italia
Oggi l'euroesecutivo ha dato l'autorizzazione alla sua importazione per uso animale, ma non alla sua utilizzazione sotto forma di derrata alimentare e a fini di cultura. L'autorizzazione alla Monsanto avra' una durata di dieci anni. Il prodotto non potra' comunque essere immesso sul mercato europeo prima della conclusione della procedura, che prevede anche l'approvazione del suo uso per l'alimentazione umana. La richiesta in questo senso e' stata avviata dall'euroesecutivo al Consiglio dei ministri alla fine di luglio e i ministri europei avranno tre mesi di tempo per decidere, anche se e' probabile che non raggiungano una maggioranza qualificata, cosi' come e' verificato a giugno quando si riunirono i ministri dell'Ambiente dei 25.
In quella occasione l'Italia si schiero' contro la proposta di commercializzazione di questo mais Ogm. In caso di un mancato accordo a favore o contro, sarebbe nuovamente la Commissione europea a decidere il da farsi. ''Il mais Mon 863 - si legge in un comunicato della Commissione europea - e' stato fatto oggetto di una valutazione approfondita dei rischi, pre-condizione per la sua immissione sul mercato, ed e' stato giudicato sicuro come i mais tradizionali dall'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa)''. ''Il prodotto - prosegue la commissione - sara' sottoposto a nuove regole rigorose in materia di etichettatura e di tracciabilita', entrate in vigore nell'aprile del 2004. Quando sara' sul mercato dovra' essere chiaramente etichettato come contenente mais geneticamente modificato''.
La questione degli Ogm divide profondamente i partner europei.In particolare per quanto riguarda il Mon 863, critiche sono state sollevate dopo la diffusione a maggio dei risultati di una ricerca che sollevavano interrogativi sui potenziali rischi di questo tipo di mais per la salute umana. Obiezioni alle quali Bruxelles ha reagito sostenendo che si trattava di un vecchio studio gia' portato all'attenzione di Bruxelles
La reazione di Greenpeace
''La Commissione approfitta del mese di agosto per prendere una decisione che non puo' non sollevare dure critiche da parte di tutti coloro che ne hanno seguito l'iter''. Cosi' Greenpeace commenta il via libera della Commissione Ue all'importazione per uso animale di mais transgenico della Monsanto MON863.
L'unica buona notizia sarebbe lo stop all'importazione del mais biotech fino a che ''non arriva l'autorizzazione per uso alimentare - sottolineano gli ambientalista - che sara' discussa a settembre''. Greenpeace accusa la commissione di ''muoversi con i paraocchi, fidandosi esclusivamente dell'Efsa (Autorita' europea della sicurezza alimentare)'', che pero' ''anziche' valutare scientificamente i nuovi Ogm - sottolinea Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm dell'organizzazione - fa da passacarte alle richieste delle multinazionali''.
Gli esperimenti compiuti ''sono inadeguati e la valutazione dei dati non e' certamente corretta'', prosegue Greenpeace, che chiede ''il bando alla sua importazione''. Inoltre, anche alcuni scienziati avrebbero gia' espresso il proprio parere contrario. ''Forti critiche al mais Ogm MON863 sono state espresse dal professor Gilles Eric Seralini della Commissione di Stato francese sulla genetica biomolecolare - ricorda l'organizzazione - e dal professor Arpad Pusztai, che era stato incaricato dalle autorita' tedesche di valutare il dossier della Monsanto''.
Vita, 8 agosto 2005