Kinshasa / Roma, 7 gennaio 2009 - Ad oggi sono 42 i casi di sospetta febbre emorragica da virus Ebola registrati nella provincia del Kasai occidentale, nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) e 13 i decessi riportati fino a questo momento. L'epicentro dell'epidemia è probabilmente il villaggio di Kaluamba, nel centro della regione.
Più di 20 campioni di materiale organico sono stati inviati nei laboratori di Kinshasa, capitale del Congo, in Sud Africa e nel Gabon. Dei dieci campioni analizzati fino ad oggi, solo quattro sono risultati positivi al virus Ebola. Nessuno dei campioni di materiale appartenente ai 13 pazienti deceduti, invece, ha dato risultati positivi. Un laboratorio affidabile più vicino alla zona colpita e in grado di fornire i risultati entro 24 ore permetterebbe di identificare meglio i casi di Ebola e di differenziarli da altre malattie.
Il team di MSF presente sul posto si concentra su alcune strategie prioritarie per affrontare l'epidemia. In primo luogo isolare e fornire cure mediche e psicologiche ai pazienti del centro di isolamento del villaggio di Kampungu, vicino a Kaluamba. Al momento nel centro viene curato un solo paziente in via di guarigione. In secondo luogo, le squadre tengono sotto osservazione le persone entrate in contatto con la malattia. Attualmente MSF segue ogni giorno circa 200 potenziali contagiati. In terzo luogo, MSF presta attività di sensibilizzazione sulla malattia e su come evitarne il contagio.
MSF fornisce inoltre assistenza sanitaria gratuita nella zona colpita e continuerà a farlo fino a quando l'epidemia non sarà debellata. In questo modo, MSF spera di rimuovere gli ostacoli finanziari che impediscono l'accesso alle cure delle persone che vivono nella zona e di ridurre il loro timore di contrarre la malattia proprio nei luoghi di cura. MSF assicura inoltre che nel corso della sepoltura dei cadaveri vengono prese le misure di protezione necessarie per evitare eventuali contagi.
Quella provocata dal virus Ebola è una malattia mortale e altamente contagiosa che si trasmette attraverso il contatto con i fluidi corporei (sangue, vomito e diarrea). A causa del contatto con i pazienti, sia il personale sanitario che i membri delle famiglie dei malati sono seriamente a rischio di contagio. Un team di MSF composto da 18 persone sta lavorando attualmente nel Kasai occidentale.
Il team è composto da medici, infermieri, tecnici specializzati nella potabilizzazione dell'acqua, logisti e promotori sanitari. Un epidemiologo e un altro tecnico specializzato nella potabilizzazione dell'acqua sono partiti questa mattina da Bruxelles.
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