La regina di Giordania,
Rania Al Abdullah, attiva promotrice dei diritti umani nel mondo arabo e dal 2007
"Difensore emerito dell'infanzia" per l'UNICEF ha lanciato un accorato appello per un immediato cessate il fuoco e per la tutela dei bambini e dei civili di Gaza, nella morsa del nuovo conflitto tra Hamas e Israele.
La regina Rania ha pronunciato il suo intervento ad Amman, capitale della Giordania. Al suo fianco erano il Direttore dell'ufficio regionale dell'UNICEF per il Medio Oriente,
Sigrid Kaag e altri esponenti delle agenzie delle Nazioni Unite. Tra di essi, due italiani:
Filippo Grandi, numero due dell'UNRWA (l'agenzia ONU per i rifugiati palestinesi) e
Guido Sabatinelli, rappresentante dell'OMS(Organizzazione Mondiale della Sanità).
Rania di Giordania non è nuova a interventi in difesa dei diritti dei bambini nel mondo arabo. Nell'
aprile scorso aveva avuto grande risalto sui media internazionali
un suo vibrante discorso sull'infanzia di Gaza, oppressa da un clima intollerabile di violenza e disperazione.
Di seguito, il testo integrale dell'appello di Rania di Giordania pronunciato ieri ad Amman.
"La nostra umanità è incompleta"
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Tutti gli esseri umani nascono liberi e pari in dignità e diritti...Articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Ognuno ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza personale...Articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo.
Da 41 anni la gente di Gaza vive sotto occupazione. Da 18 mesi, vive sotto assedio. E da 10 giorni la popolazione di Gaza è soggetta ad attacchi militari crudeli e ininterrotti.
O la Dichiarazione non è così "universale" oppure gli abitanti di Gaza non sono esseri umani, meritevoli dei medesimi diritti "universali" degli altri. Questo è il messaggio che il mondo sta inviando oggi.
Oggi sono qui con altri rappresentanti di organizzazioni della famiglia delle Nazioni Unite per condividere con noi la gravità della crisi umanitaria di Gaza.
Ma non c'è solo la crisi umanitaria di Gaza... c'è una crisi nella nostra umanità globale. Nelson Mandela una volta ha detto che "la nostra libertà è incompleta senza quella dei Palestinesi". Oggi io vi dico: la nostra umanità è incompleta senza di loro. È incompleta. Non è universale.
Questo è allora il messaggio che io mando ai leader del mondo: La nostra umanità è incompleta quando i bambini, a qualunque nazione appartengano, sono vittime di operazioni militari.
Sono morti finora più di 70 bambini. Quasi 600 sono rimasti feriti. Cosa dice il mondo alle loro madri? Alla madre che ha perso cinque figlie in un solo giorno? Alle madri che vedono i loro figli preda del dolore e del terrore, alle prese con traumi superiori a quelli che chiunque di noi vive nell'arco di una vita intera?
Dirà che si trattava di danni collaterali?
Che le loro vite non contano?
Che le loro morti non contano?
Che i bambini di Gaza non hanno "diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza"?
Cosa diremo loro?
È imperativo che ogni nazione agisca per fermare questo conflitto e per far aprire tutti i varchi, specialmente quello di Karni [il principale valico per il passaggio di merci tra Gaza e Israele
], per consentire un transito sicuro ai cereali, ai farmaci, al carburante e agli altri beni di vitale importanza.
Come minimo, dobbiamo premere per un cessate il fuoco: una tregua umanitaria, una tregua per l'infanzia, per soccorrere i feriti, per cercare i corpi di coloro che sono seppelliti sotto le macerie, per aiutare i malati e gli anziani intrappolati nelle loro case, per portare medicine, attrezzature e personale umanitario.
Come minimo, i governi dovrebbero...anzi, devono contribuire all'appello di emergenza dell'UNRWA per 34 milioni di dollari, necessari per i bisogni immediati dei civili innocenti di Gaza.
I bambini di Gaza, quelli uccisi e quelli che sopravvivono a malapena...le loro madri, i loro padri...non sono danni collaterali accettabili.
Le loro vite contano, la loro scomparsa conta. Non sono separabili dal resto della nostra umanità: non lo è alcun civile, non lo è alcun bambino.»