L'UNICEF esprime viva preoccupazione per l'impatto che le ostilità stanno avendo sui bambini di Gaza. 

L'UNICEF sollecita tutte le parti in conflitto a tenere fede agli obblighi internazionali, che prescrivono di proteggere i bambini e consentire loro l'accesso agli aiuti umanitari essenziali.
Più di metà della popolazione nella Striscia di Gaza è costituita da bambini, ed essi sono i più vulnerabili nelle situazioni di guerra. 

L'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA) denuncia che diversi bambini sono rimasti uccisi o feriti a seguito dei recenti attacchi aerei su Gaza.

È di vitale importanza che sia permesso agli aiuti umanitari, che includono cibo, medicine e attrezzature sanitarie, di entrare a Gaza per alleviare le urgenti necessità di donne e bambini.

Un'emergenza che non nasce oggi

«I bambini continuano a pagare il prezzo più alto della guerra» ha dichiarato il Presidente dell'UNICEF Italia Vincenzo Spadafora. «Basti pensare che un bambino su 3 a Gaza è affetto da ritardi della crescita a causa della malnutrizione cronica e che nel Territorio Palestinese Occupato, circa 3.000 bambini muoiono ogni anno a causa di malattie prevenibili o curabili. 

A Gaza la situazione è ancora più grave per la crescente mortalità neonatale, dovuta alla mancanza di apparecchiature e forniture di base per i servizi di assistenza neo natale e di salute materno-infantile. 

Per questo» conclude Spadafora «è fondamentale porre fine alle violenze e garantire aiuti e protezione a tutti i bambini.»  

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