Maurizio Zinni
Così una banda occultava le sostanze tossiche: scoperto un traffico tra l'Italia e il Senegal. E nel vicentino finisce in manette un funzionario della polizia provinciale coinvolto in un'inchiesta sulle autorizzazioni nella gestione dei rifiuti
Guerra alla "mondezza connection". Solo nei giorni scorsi sono finite in manette otto persone (in due diverse operazioni) tra il Senegal, il novarese e la provincia di Vicenza.
La prima inchiesta ha avuto origine da un semplice furto di rubinetti. Nel corso dell'indagine, i carabinieri di Arona, in provincia di Novara, sono riusciti a risalire a un traffico internazionale di rifiuti tossici diretti in Senegal: quattro persone sono finite in carcere, una quinta, il basista residente in Senegal, è stato denunciato a piede libero. Tutto è partito il 26 gennaio del 2004, quando all'atto dell'apertura di un container a Dakar (Senegal), al posto dei previsti 896 colli di rubinetti erano stati trovati cinque barili con rifiuti tossici. Veniva così alla luce una rete di autotrasportatori compiacenti che facevano riferimento a un noto imprenditore piacentino del settore trasporti che organizzava le cose in modo da avere a disposizione dei container destinati all'estero (quasi sempre paesi africani) in modo da poter sostituire il carico originario con rifiuti chimici e tossici da smaltire ben lontano dall'Italia. Il modus operandi era del tutto particolare: lasciando immutati i sigilli doganali, dopo aver portato il container in un posto al sicuro, venivano dissaldate le porte, sostituito il carico ed effettuate opere di risaldature perfette. I rubinetti sono stati smerciati in Campania, ma il vero business, secondo gli inquirenti, è costituito dallo smaltimento dei rifiuti tossici.
L'inchiesta è adesso in mano alla procura di Milano.
Sempre quattro le persone arrestate nel vicentino con l'accusa di concussione e falso in relazione ad alcune irregolarità riscontrate in varie aziende che operavano nella gestione dei rifiuti. Fra queste Sergio F., 45 anni, funzionario della Polizia provinciale di Vicenza e capo della squadra anti-inquinamento della Provincia ora sotto custodia cautelare in carcere. L'inchiesta, partita lo scorso marzo, ha portato al controllo di 100 imprese, all'iscrizione nel registro degli indagati di 150 persone nella provincia di Vicenza e all'accertamento di 300 illeciti amministrativi che comportano sanzioni per oltre 900mila euro. Grosse cifre. Come ricorda anche Legambiente che segnala l'emergenza ecomafia in tutta la sua gravità: l'anno passato i traffici della criminalità organizzata in campo ambientale hanno generato un fatturato stimato intorno a 24 miliardi e 600 milioni di euro. Buona parte di questo bilancio è rappresentato proprio dai traffici illeciti di rifiuti tossici e pericolosi dentro e fuori dalle nostre frontiere.
La Nuova Ecologia, 29 luglio 2005