"Su questo abuso del Cip 6 faremo ricorso all'Unione europea". Così Legambiente, per bocca del suo responsabile scientifico Stefano Ciafani, commenta il decreto sull'emergenza rifiuti in Campania che ha ottenuto ieri dal Senato il via libera definitivo.
"Dopo aver segnalato la legge del 3 agosto scorso sulla riconversione del decreto legge sull'emergenza rifiuti in Campania, che prevedeva incentivi Cip 6 per gli inceneritori di Napoli, Salerno e Santa Maria la fossa - dice Ciafani - invieremo ora a Bruxelles la nostra denuncia su questo testo, che estende l'incentivo destinato alle rinnovabili anche agli inceneritori in costruzione nelle cinque Regioni commissariate per l'emergenza rifiuti".

Le Regioni interessate sono Puglia, Calabria, Sicilia, Lazio e Campania dove il Cip 6 viene esteso anche al quinto inceneritore previsto dallo stesso decreto. Incentivando la produzione di energia elettrica derivante dalla combustione della parte non biodegradabile dei rifiuti (non classificata come fonte rinnovabile dalla direttiva europea 2001/77) il decreto - secondo Legambiente - esporrà il nostro Paese a una procedura d'infrazione europea e a ulteriori multe che dovranno pagare i cittadini. Inciderà inoltre ulteriormente sulle bollette elettriche.

"Un provvedimento - conclude Ciafani - dannoso e paradossale che spazia dal piano nazionale sugli inceneritori all'autorizzazione per il trita rifiuti sotto i lavelli, che ben poco hanno a che fare con l'emergenza rifiuti in Campania".

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