di Sara De Carli
Pera e Casini mandano alla città messaggi che intrecciano il terrorismo di allora con quello di oggi.
Venticinque anni fa, come oggi, Bologna veniva violentata dalla bomba alla stazione. Oggi le più alte cariche dello Stato commemorano quel giorno; ed è facile correre con la mente al terrorismo di questi giorno. 'Il terrorismo non e' un fenomeno legato al passato, ne' e' mai possibile abbassare la guardia. Cosi' oggi, a pochi giorni dalle stragi che hanno colpito l'Inghilterra e l'Egitto, abbiamo nuovamente conferma che i terroristi minacciano ancora lo svolgersi quotidiano e ordinato delle nostre democrazie. Il terrorismo non vincera'''. Cosi' il presidente del Senato, Marcello Pera, in un passo del messaggio inviato al Sindaco di Bologna, Sergio Cofferati.
"Anche quest'anno - scrive il presidente del Senato - sento il bisogno di rinnovare il sentimento di solidarieta' di tutto il Senato della Repubblica e mio personale ai famigliari delle vittime e all'intera cittadinanza. Bologna non dimentica, come testimonia l'orologio della stazione, fermo all'ora della strage e che i cittadini non hanno mai voluto venisse ripristinato. La Repubblica non dimentica''.
Anche il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha inviato un messaggio al presidente del Comitato di solidarieta' alle vittime delle stragi, Sergio Cofferati, e al Presidente dell'Associazione familiari vittime della strage del 2 agosto, Paolo Bolognesi: ''La compostezza dei bolognesi nell'affrontare quella durissima prova e la tenacia con cui essi ne preservano anno dopo anno la memoria rappresentano un punto di riferimento importante in questi giorni tormentati, in cui la minaccia del terrorismo si e' confermata purtroppo una realta' drammaticamente attuale, per l'Italia come per tutto il mondo libero e democratico.
A chi vuole sconvolgere le nostre abitudini di vita, a chi vuole disgregare l'ordinamento civile delle nazioni nel segno della violenza e dell'odio, dobbiamo opporre con convinzione la forza serena dei valori di democrazia e liberta' e la difesa intransigente della dignita' dell'uomo, alimento indispensabile per realizzare una convivenza pacifica tra i popoli che sia solida e duratura. L'orrore per quanto e' accaduto quel giorno accresce oggi la consapevolezza della gravita' del pericolo, ma rafforza anche nel proposito di non abbassare mai la guardia e di difendere le basi civili e morali della nostra convivenza democratica nel segno dell'unita' del Paese''.
Vita, 2 agosto 2005