L'approvazione del Pacchetto Clima Energia rappresenta una grande vittoria per l'ambiente e per l'Europa che con questo accordo conferma e rafforza la sua leadership in vista della Conferenza di Copenhagen del dicembre 2009, che dovrà definire un accordo globale sulla lotta ai gas serra.
E' stata raggiunta un'intesa che da un lato mantiene saldi gli obiettivi di riduzione dei gas serra e dall'altro tiene conto delle esigenze dei diversi paesi puntando alla sostenibilità delle misure dalle diverse economie nazionali nel segno della concretezza, come chiesto dall'Italia che ha visto riconosciute le proprie ragioni, superando gli ambientalismi ideologici di chi per mesi strumentalmente ha accusato il Governo di voler boicottare l'accordo.
L'Italia ha saputo invece ottenere, con fermezza e con la forza delle proprie ragioni politiche e tecniche, modifiche che si muovevano in direzione dell'equità, della sostenibilità economica ed ambientale, e della tutela degli interessi nazionali nell'ambito dei condivisi obiettivi europei.
Abbiamo ottenuto che i settori manifatturieri rilevanti per l'Italia non siano sottoposti al sistema delle aste a pagamento. Da qui al 2013 - quando la Direttiva entrerà in vigore - lavoreremo sulla base dei criteri della Direttiva affinché anche gli eventuali settori che non dovessero essere coperti vengano garantiti.
Un significativo riconoscimento dei nostri argomenti è avvenuto anche sul fronte dei "progetti CDM", ossia progetti a basso contenuto di carbonio attuati dal Governo e dalle imprese italiane in paesi extra Ue. I crediti generati da questi progetti potranno essere utilizzati nel mercato europeo almeno fino al 2016 a prescindere da eventuali limitazioni che potrebbero essere introdotte dal 2013 in poi.
Tale misura richiesta dall'Italia ha inteso salvaguardare gli investimenti "ecologici" fatti dalle imprese del nostro paese all'estero. Inoltre per i progetti di carbon storage (stoccaggio dell'anidride carbonica) abbiamo ottenuto l'impegno ad "una distribuzione geografica equa" dei progetti che saranno finanziati dall'Unione Europea in modo da consentire all'Italia di competere ad armi pari con la propria tecnologia in un settore di grandissimo rilievo per il futuro.
Abbiamo inoltre ottenuto che queste misure siamo legate agli esiti di Copenhagen perché è evidente che il quadro degli impegni europei dovrà inserirsi nel panorama degli impegni globali che verranno assunti dai competitors economici dell'Europa (Usa, Cina e India in primo luogo). Una verifica che, come hanno concordato oggi i capi di Governo su proposta del Presidente Berlusconi, si svolgerà nel marzo del 2010.
E, tracciando un bilancio di questa complessa partita che l'Italia ha condotto, va ricordato anche il regolamento C02 auto sul quale, intervenendo "a cose fatte" siamo riusciti ad ottenere significativi miglioramenti su un testo che era gravemente penalizzante sia per l'ambiente che per le l'industria nazionale.
Ora bisogna guardare avanti, al G8 che ci attende che sarà una occasione privilegiata per confrontarsi su questi temi. Al Governo, sul piano interno, spetta la responsabilità di attuare un progetto energetico per il paese che sia sempre più "carbon free" sfruttando tutte le opzioni della tecnologia ed investendo in innovazione e sulle rinnovabili per far sì che la battaglia per l'ambiente diventi sempre più e davvero un "green deal", capace di accelerare ed ampliare il valore economico di una scelta di fondo per lo sviluppo sostenibile.