In occasione della ricorrenza del sessantesimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti Umani, Save the Children lancia per la prima volta l'Indice di Sviluppo Infantile, il nuovo parametro di misurazione dei progressi nel benessere infantile, calcolato sulla base di tre parametri attinenti a salute, istruzione e nutrizione, e che prende in esame circa 140 nazioni del mondo(1).
Il benessere dei bambini del mondo, misurato in base al nuovo indice di Save the Children, è cresciuto di circa il 34% nel periodo che va dal 1990 al 2006. I paesi con la migliore performance sono quelli dell'America Latina che hanno avuto un miglioramento del 57%, seguiti dai paesi dell'Asia Orientale (45,7%) e dal Medio Oriente e Nord Africa(41%).
Fanalino di coda per il benessere infantile è ancora una volta l'Africa Sub-sahariana, che nel periodo in esame è riuscita a conseguire un progresso del 20,5%. Tra i Paesi di quest'ultima area, infatti, il Niger registra un triste primato ed è all'ultimo posto, mentre al primo troviamo il Giappone.
Il paese che ha avuto il più significativo miglioramento è stato il Malawi, seguito da Etiopia, Mauritania, Haiti e Bangladesh, mentre la Repubblica Democratica del Congo ha avuto la maggiore involuzione, seguita da Iraq, Territori Palestinesi Occupati e Repubblica Centro-Africana.
È soprattutto nel periodo che va dal 2000 al 2006 che si ha il miglioramento più incisivo della condizione dei bambini. In questo arco di tempo, al primo posto per il l'Indice di Sviluppo Infantile c'è il Giappone, con un indice dello 0,41, seguito da Spagna (0,57), Canada (0,73) e Italia (0, 73), mentre all'ultimo posto c'è il Niger con un indice di 58,47, preceduto da Sierra Leone (55,94), Somalia (53,13) e Burkina Faso (50,18).
In base al nuovo parametro lanciato oggi da Save the children, il maggiore miglioramento negli ultimi anni riguarda i paesi dell'America Latina e dei Carabi, dovuto ad una forte riduzione sia della mortalità infantile che ad un aumento del tasso di iscrizione scolastica. I progressi più significativi in quest'area sono stati compiuti proprio dai paesi più poveri, come ad esempio Perù e El Salvador.
In Asia Orientale, la malnutrizione rimane il principale problema: nonostante la Cina, in cui vivono i due terzi dei bambini della area, abbia avuto una drastica riduzione del numero di persone che vivono in povertà, nel solo 2006 ben 415.000 bambini sono morti nel Paese prima di compiere cinque anni.
Un brusco cambiamento di rotta rispetto ad una fase di miglioramento registrata in passato, ha interessato alcuni paesi del Medio Oriente, come Iraq, Libano, West Bank e Gaza, mentre altri, come Egitto, Marocco e Algeria, continuano a compiere dei passi avanti.
Il sud dell'Asia racchiude situazioni molto diverse, con paesi come l'India e il Bangladesh dove il benessere infantile è diametralmente opposto all'aumento del reddito. In India, infatti, nel periodo che va dal 2000 al 2006, benché ci sia stata una crescita economica del 7%, la malnutrizione è stata abbattuta solo del 14%. Per contro, il Bangladesh che ha un reddito pro-capite di due terzi rispetto a quello indiano, ha registrato un aumento del benessere infantile del 42%, con una riduzione del 30% della malnutrizione e del 54% della mortalità dei bambini con meno di 5 anni.
Anche nell'Africa Sub-Sahariana, la regione che ha avuto il minore miglioramento delle condizioni di vita dei bambini, si registrano delle grosse differenze tra i vari Paesi: si oscilla infatti da un miglioramento dell'indice del 56% in Malawi a un peggioramento del 52% nella Repubblica Democratica del Congo(2). Inoltre, le nazioni a basso reddito dell'Africa Sub-Sahariana hanno fatto più progressi rispetto a quelle a medio reddito come Botswana, Sud Africa o Lesotho.
"Dai dati citati, emerge chiaramente che il benessere o la crescita economica di un paese e il suo Indice di Sviluppo Infantile non necessariamente vanno di pari passo - afferma Valero Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia- . Ciò conferma l'importanza della volontà politica volta a garantire i diritti e ad operare cambiamenti reali e di lungo periodo sulla riduzione della mortalità e malnutrizione infantile e su un migliore accesso all'istruzione primaria".
Nei paesi industrializzati si registra un miglioramento dell'Indice di Sviluppo solo del 0,3 %, valore che è da imputarsi però alle condizioni di partenza già buone.
Facendo un'ulteriore disamina degli indicatori che concorrono a formare il nuovo Indice di Sviluppo Infantile di Save the Children, emerge che i maggiori progressi avvenuti negli ultimi anni riguardano la scolarizzazione, con una diminuzione del 45,8% dei bambini in età scolare non iscritti a scuola. La riduzione della mortalità infantile, invece, si attesta al 33,3%, mentre il valore più basso è quello relativo alla lotta alla malnutrizione, ridotta del solo 28,8% e che si presenta oggi ancora più a rischio a causa della crisi economica.
Gli attuali livelli di mortalità e malnutrizione infantile, così come il mancato accesso all'istruzione, rappresentano gravi violazioni dei diritti umani. In base ai dati emersi dall'elaborazione dell'Indice di Sviluppo Infantile, Save the Children invita i donatori internazionali, pubblici e privati, la società civile e i governi a:
- una maggiore attenzione nell'investimento di fondi volti a ridurre la malnutrizione infantile, creando iniziative che integrino il supporto nutrizionale a strategie volte al rafforzamento del sistema sanitario e alla riduzione della povertà, sviluppando inoltre meccanismi di monitoraggio sull'impatto del loro intervento;
- adoperarsi affinchè tutti, anche le fasce più svantaggiate della popolazione, vedano garantiti i diritti alla salute e all'istruzione e possano quindi essere partecipi della crescita economica di un Paese;
- prestare particolare attenzione alla piena realizzazione dei diritti delle donne e delle bambine, poiché è stato rilevato che il loro empowerment ha un impatto positivo rispetto ai parametri che concorrono a formare l'Indice di Sviluppo Infantile.
NOTE1)Tre gli indicatori che concorrono a formare l'Indice di Sviluppo Infantile: il primo è attinente alla salute, con l'indice di mortalità infantile, cioè il numero di bambini morti prima dei 5 anni ogni mille nati; il secondo riguarda l'istruzione, con la percentuale di bambini in età scolare che non sono iscritti alla scuola primaria; l'ultimo è relativo alla nutrizione, con la percentuale di bambini con meno di 5 anni che soffrono di qualche forma di malnutrizione. Ne emerge un unico indice in base al quale i paesi vengono classificati e quando il suo valore è pari o prossimo allo zero, significa che tutti e tre gli indicatori sono soddisfacenti.
2) I dati si riferiscono all'intero periodo preso in esame (1990-2006).
Maggiori informazioni e tabelle, al sito:
http://www.savethechildren.it/2003/comunicati.asp?id=562