di Paolo Manzo Un'analisi a 360 gradi dell'operazione Sri Lanka, sul ruolo della Protezione civile in Italia e all'estero, sull'oltre milione di volontari, sul rapporto con ong e Farnesina, sulle prossime missioni e su cosa voglia dire gestire le emergenze nel nostro Paese. Di questo abbiamo discusso con Guido Bertolaso, il capo della Protezione civile che è stato ospite della redazione di Vita il 12 luglio scorso. Ecco alcuni passaggi dell'intervista che potrete leggere integralmente sul magazine in edicola sabato mattina. Vita: Oramai la chiamano dappertutto. È così campata in aria l'ipotesi di un prossimo ministero per le Emergenze? Bertolaso: Sì, è campata in aria. Se andate a vedere le statistiche nell'anno del Giubileo, quanti assessori di Protezione civile c'erano negli 8mila e rotti Comuni, nelle Province e nelle Regioni? Un 10%, mentre oggi non c'è più Regione, né Provincia, né Comune che non abbia il suo assessore alla Protezione civile. In 5 anni è stato fatto un passo importantissimo. Vita: Qual è il ruolo dei volontari? Bertolaso: Le domande per entrare nell'organizzazione di volontariato della Protezione civile hanno avuto un picco micidiale. Ovviamente il loro ruolo non può essere quello dei Vigili del fuoco o delle Forze armate o della Polizia, però la loro importanza sta crescendo sempre più, soprattutto nel campo dell'assistenza sociale e sanitaria. Molti servizi del 118, soprattutto nel Centro-Sud, sono gestiti dai volontari della Protezione civile. Vita: C'è una Regione modello? Bertolaso: Il Friuli Venezia Giulia, dove ci sono 219 Comuni e 219 gruppi comunali di volontariato di Protezione civile. Vita: È d'accordo con l'idea di Realacci di un servizio civile obbligatorio per qualche mese, finalizzato a creare proprio delle squadre di Protezione civile? Bertolaso: Non sono mai stato contrario. Se andate a vedere la prima ipotesi di disegno di legge che facemmo come Ufficio del Servizio civile con il governo D'Alema, che emanò il primo provvedimento per abolire la leva obbligatoria, la mia prima provocazione assieme alla Caritas fu «benissimo, facciamo fare il servizio civile obbligatorio». Poi, ovviamente, nessun politico si assumerà mai la responsabilità di rendere obbligatorio nulla. Figurarsi il servizio civile. Vita: Una battuta sul ruolo internazionale della Protezione civile? Bertolaso: Credo sia il futuro. Quando il Dipartimento interverrà solo nelle grandi emergenze e tutto il resto si farà a livello locale, a quel punto in Italia agiremo solo da supervisore, come un grande papà che assiste se c'è davvero bisogno. Vita: Si è dato una scadenza temporale per la sua permanenza alla Protezione civile? Bertolaso: Sì, fine 2005. Vita: Dopo che farà? Bertolaso: Andrò in Africa. Vita, 22 luglio 2005

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