Circa 3.000 partecipanti da oltre 125 paesi sono arrivati a Rio de Janeiro in Brasile per scambiare lezioni ed esperienze nella lotta allo sfruttamento sessuale dei bambini, per analizzare i progressi e per rinforzare gli impegni.
«Lo sfruttamento sessuale lascia ai bambini cicatrici psicologiche e, a volte, anche fisiche e riduce le loro speranze di condurre una vita dignitosa» afferma il Direttore generale dell'UNICEF Ann Veneman. «Nessun paese o regione è immune e non ci sono spettatori innocenti».
Lo sfruttamento sessuale è una violazione del diritto dei bambini alla cura e alla protezione.

Il Congresso analizzerà differenti forme di sfruttamento sessuale dei bambini, incluso lo sfruttamento sessuale in famiglia, i matrimoni precoci, lo sfruttamento sessuale dei bambini che svolgono lavori domestici, l'industria commerciale del sesso, così come il fenomeno della pornografia infantile e lo sfruttamento sessuale via Internet.

Gli sfruttatori utilizzano sempre nuovi mezzi per arrivare ai bambini, incluso Internet e le tecnologie di telefonia mobile di nuova generazione, e gli adulti possono adescare i bambini nelle chat room e usare internet per pubblicare o scaricare materiale pornografico.

Sette anni dopo l'ultimo Congresso mondiale, tenutosi a Yokohama (Giappone) nel 2001, che si era concentrato esclusivamente sullo sfruttamento sessuale dei bambini a fini commerciali, in Brasile si discuterà di nuove strategie per combattere anche forme di sfruttamento sessuale a fini non commerciali, come lo sfruttamento sessuale in famiglia, o da parte di leader religiosi, di insegnanti, di operatori impegnati in missioni di peacekeeping e di gruppi armati nelle zone di conflitto.

«Lo sfruttamento sessuale è la peggior forma di abuso di potere» ha detto la Veneman. «Un paio di anni fa ho incontrato in Ruanda una ragazza di 16 anni che mi ha domandato in maniera diretta 'Che hai intenzione di fare per porre fine agli stupri?' È una domanda a cui dobbiamo rispondere collettivamente e con un rinnovato senso di urgenza».

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