Il 25 novembre si celebra la "Giornata internazionale contro la violenza alle donne", una data scelta in ricordo delle tre sorelle Mirabal, torturate, stuprate e uccise dai servizi segreti militari di Santo Domingo, nel 1960, sotto la dittatura di Trujillo, per aver voluto visitare dei prigionieri politici.
Una data importante e un'occasione per promuovere azioni contro la violenza alle donne e per creare una coscienza collettiva, affinché gli autori di tali violenze non rimangano impuniti e le vittime prive di qualsiasi possibilità di risarcimento. C'è sempre rammarico nel pensare a tutte quelle donne vittime di violenza che in questi anni non hanno ricevuto sicurezza e protezione, e che in molti casi hanno perso la vita per mano del proprio persecutore.
Spero, dunque, che questa giornata possa costituire un momento di proficua riflessione e di utile confronto per ragionare su soluzioni adeguate che liberino le donne dalla paura. In tema di sicurezza, la politica in generale, e il Governo in particolare, devono dare ai cittadini risultati immediati.
Ci sono diritti che bisogna garantire a tutti.
Come Ministro per le Pari Opportunità, sin dall'inizio del mio mandato, ho voluto realizzare una politica concreta, rivolta al mondo femminile, che sia in grado di mettere in atto subito provvedimenti validi ed efficaci. La violenza contro le donne è un'emergenza sociale che ci obbliga a intervenire, e credo fermamente che sia una battaglia da combattere fino in fondo.
Non si può perdere tempo e l'appuntamento di oggi mi dà l'opportunità di ricordare i provvedimenti messi a punto dal Ministero per le Pari Opportunità e approvati dal Consiglio dei Ministri. Il disegno di legge che introduce il delitto di molestie insistenti rappresenta una novità molto importante per l'Italia, che vede per la prima volta il configurarsi del reato di stalking nel proprio ordinamento, ponendosi così al pari degli altri Stati Europei nei quali è già perseguibile.
Si definisce quindi una nuova figura di reato che punisce coloro i quali commettono atti persecutori, i cosiddetti molestatori, con una pena fino a quattro anni e con l'ergastolo qualora lo stalker si trasformi in omicida.
È un segnale forte, che abbiamo voluto dare per garantire alle donne maggiori tutele. È la migliore risposta alle esigenze di migliaia di donne che non ricevono dallo Stato assistenza e che non si sentono sicure anche dopo la condanna del reo, a causa della inesistenza della certezza della pena nel nostro Paese. Ad oggi, in Italia, c'è una sottovalutazione della pericolosità del soggetto autore del reato e un'assenza di strumenti per sanzionare efficacemente condotte criminali gravissime.
L'altro traguardo raggiunto in Consiglio dei Ministri riguarda le misure di contrasto alla violenza sessuale. Abbiamo ritenuto necessario assicurare maggiore protezione alle donne vittime di violenza, inasprendo la pena attraverso l'introduzione di una serie di aggravanti, come l'uso di sostanze che riducono la capacità di agire della vittima; la qualità di ascendente, genitore adottivo o tutore dell'autore del reato; il rapporto di "dipendenza" psicologica fra vittima e colpevole; lo stato di gravidanza della vittima.
Abbiamo inoltre voluto l'arresto in flagranza di reato e, quindi, il ricorso al giudizio per direttissima. Il terzo provvedimento - per il quale mi sono battuta tenacemente, nonostante il tema delicato e controverso per le sue implicazioni etiche, culturali e di ordine pubblico - mira a contrastare il fenomeno della prostituzione e il suo sfruttamento da parte delle organizzazioni criminali.
E' proprio la prostituzione di strada che, oltre a creare il maggior allarme sociale, si presta a forme di sfruttamento da parte della criminalità organizzata. Le condizioni di miseria sociale e morale in cui in prevalenza si consuma questo fenomeno, impongono alle Istituzioni di intervenire attraverso misure che in primo luogo tutelino la dignità e i valori della persona umana e la sua libertà di determinazione e che prevengano inoltre le cause di un diffuso allarme per l'ordine pubblico e la sicurezza.
Misure di repressione organizzata sono volte a punire fortemente coloro che traggono profitto dalla mercificazione del corpo altrui. E' necessario dire No alla violenza contro le donne, in qualsiasi modo essa si manifesti, e perseguire questo obiettivo con determinazione: andiamo avanti sulla strada intrapresa affinché la donna non debba mai vedere violata la sua libertà e dignità di essere umano.
Mara Carfagna