Domanda.
Diventare esperto di cooperazione è un sogno di molti giovani, desiderosi di dare il proprio contributo per un mondo migliore. Come si fa? Il corso entra nel vivo della pratica della cooperazione ma dà anche dei presupposti teorici. Sono importanti?

V.Pira. Conoscere i motivi che hanno portato alla definizione degli attuali strumenti e meccanismi della cooperazione allo sviluppo, a livello nazionale ed internazionale, è di fondamentale importanza se vogliamo comprendere l'evoluzione delle politiche di sviluppo, carpirne i limiti ed analizzare possibili riforme. Per questo il corso parte dalla definizione del concetto di sviluppo umano, la base delle nuove teorie dello sviluppo, per poi passare ad analizzare i vari modelli e tipi di cooperazione che su di esso si fondano. Si toccano temi come la sostenibilità, la partecipazione, le libertà, la tutela dei diritti umani... Può sembrare inutile ma non lo è affatto, anzi...

Domanda. Si studia la cooperazione italiana e quella dell'Unione Europea. Perché è così necessario analizzare i rapporti e le coerenze con le altre politiche di cooperazione?

V.Pira.
È fondamentale sapere ciò che avviene a livello nazionale e a livello europeo. A livello italiano, la riduzione dei fondi per la Cooperazione e l'interminabile iter di riforma della legge 49/87 della cooperazione è ormai familiare alle orecchie di tutti. Sapere a che punto siamo e dove andiamo è fondamentale. La politica di cooperazione realizzata dall'Unione Europea, dotata com'è di strumenti molteplici e complessi, è senz'altro poco fluida ma interessante. Per completare il quadro, il corso offre, oltre alla trattazione delle politiche di cooperazione italiana ed europea, anche i caratteri generali delle diverse tipologie di cooperazione: la governativa-bilaterale, la non governativa, la multilaterale e via dicendo.

Domanda.
Da un po' di tempo la questione di genere è sempre in primo piano. E nella pratica della cooperazione? Come si concretizza la prospettiva di genere?

V.Pira.
È solo negli ultimi decenni che le associazioni della società civile del Nord e del Sud del mondo hanno introdotto nel proprio lavoro la prospettiva di genere, per il godimento effettivo dei diritti umani anche da parte delle donne. Oggi le organizzazioni non governative di sviluppo esercitano importanti forme di lobby sui governi nazionali e presso le istituzioni internazionali. Anche all'interno della Cooperazione italiana l'interesse per la donna è relativamente recente e la sensibilità verso la partecipazione delle donne allo sviluppo è in costante crescita. Le ONG italiane negli ultimi decenni si sono attivate per la promozione della donna nelle comunità più povere del mondo, basandosi sulla consapevolezza del ruolo centrale svolto dalla componente femminile sul benessere sociale delle comunità. In termini pratici, è stata assunta un'ottica di genere come elemento "trasversale" per il perseguimento dello sviluppo, quello che in gergo tecnico è chiamato "mainstreaming".

Domanda.
Sappiamo che il corso di Cooperazione da quest'anno presenta importanti novità Che strumenti mette a disposizione a chi intende dedicarsi a questa professione?

V.Pira.
Il corso offre ai partecipanti la possibilità di acquisire conoscenze sui temi principali e sui nodi critici della cooperazione internazionale. Non si tratta di "assimilare" passivamente una serie di nozioni, piuttosto di analizzare e soffermarsi in maniera critica su alcune questioni prendendo spunto dai materiali forniti. I partecipanti sono i veri artefici del corso, che lo rendono vivo e lo arricchiscono condividendo considerazioni ed esperienze personali. Da parte nostra, ovvero mia e della tutor Emma Colombatti, abbiamo pensato ottimizzare l'impostazione precedente del corso attraverso una razionalizzazione della mediateca, l'offerta di una bibliografia mirata per ciascuna lezione, delle pillole audio su temi di cooperazione, dei PowerPoint di sintesi per permettere di avere sempre una visione generale dei temi, più videoconferenze e più chat istituzionali, più aule, insomma più opportunità per una didattica dinamica e varia.

Domanda.
A chi si rivolge?

V.Pira.
Il corso si rivolge ad un pubblico eterogeneo. Essendo un corso completo vi possono accedere anche coloro i quali non abbiano esperienza nel settore. È naturalmente necessaria una buona dose di interesse nella materia, di abilità di analisi e di capacità di sintesi. Normalmente tra gli studenti di una stessa edizione sono presenti professionisti già impegnati nella cooperazione (sia governativa che non governativa) insieme a persone che per la prima volta si avvicinano a questo mondo. Il diverso background culturale e professionale degli studenti è quello che rende possibile la creazione di una "comunità di apprendimento" vivace a tutti gli effetti.

Domanda.
Quali sbocchi possono intravedere i giovani con una preparazione così orientata?

V.Pira.
Parlare di sbocchi professionali come diretta conseguenza del corso è ovviamente un po' avventato; molti ci chiedono se - a conclusione del corso - sia previsto un periodo di stage presso una ONG in un paese povero. Questo non è possibile anche se è capitato che "pescassimo" tra i nostri studenti migliori i volontari da inserire in un progetto, ma non può certo dirsi la regola. Ed è altrettanto vero che, come è successo in alcune passate edizioni, alcuni corsisti, inizialmente estranei al mondo della cooperazione internazionale, abbiano poi avviato un percorso professionale in questo ambito con altre ong. I corsi offerti da VISonline sono orientati alla formazione, ed è per questo che spesso accade che, a conclusione del corso di Cooperazione lo studente decida di proseguire il percorso formativo iscrivendosi ad un secondo corso per approfondire temi correlati. Anche perché, non mi stancherò mai di ripeterlo, la professionalità e la formazione sono fondamentali per lavorare nel campo della cooperazione internazionale; ormai non c'è più spazio per l'improvvisazione. E, aggiungo, meno male!

Scadenza iscrizioni corso di Cooperazione Internazionale: 30 novembre.

Per info su modalità e scadenze: http://www.volint.it/scuola/index.htm  

Vincenzo Pira, presidente di Armadilla, è stato responsabile programmi e direttore di ONG, consulente per le attività di cooperazione decentrata del Comune di Roma e delle Nazioni Unite.

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