I Parchi sono un bene universale, una garanzia per il futuro del nostro paese, ma tutto questo è compreso dalla politica? E' condiviso il valore delle aree protette? Queste le domande lanciate da CTS, Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Legambiente, LIPU, Verdi Ambiente Società, WWF Italia, riuniti in un workshop al Parco dell'Appia Antica.
Dieci Presidenti di parchi nazionali, numerose associazioni ambientaliste oltre a Federparchi e Aidap Associazione Italiana Direttori e funzionari Aree Protette si sono riuniti per cercare di dare una risposta a queste domande e per rilanciare sulla missione principale delle Aree Protette: la conservazione della natura e la ricerca di uno sviluppo che deve essere sostenibile nella coerenza delle scelte concrete e non solo come slogan. Il dibattito intorno alle aree protette ha assunto un connotato di nicchia e di marginalità e interessa solo le questioni legate ai tagli dei fondi o alle nomine e la composizione degli Enti Gestori.
Si tace invece sul ruolo fondamentale delle Aree Protette quale strumento di tutela e valorizzazione del patrimonio naturale, culturale e sociale del nostro Paese. "L'obiettivo è quello di spostare il dibattito sul tema della conservazione della natura e chiedere alle Istituzioni maggiori investimenti e un processo normativo che porti alla definizione del valore "natura" nella scala dei valori riconosciuti e garantiti nel nostro Paese" dichiarano i rappresentanti delle maggiori Associazioni Ambientaliste. Il mondo delle cultura ambientalista, con le associazioni in testa, il mondo della cultura scientifica, che più di altri hanno per decenni operato affinché anche il nostro Paese si dotasse di una legge sulle aree protette, ritengono che occorra tornare a puntare i riflettori sul mondo dei parchi per far vedere il tanto di buono che i parchi rappresentano.
Si legge nel documento che è stato presentato dalle associazioni ambientaliste e condiviso nel corso del Workshop, che "i Parchi sono un fondo di garanzia per il benessere delle generazioni presenti e future?E' necessario far conoscere i grandi benefici che le Aree Protette apportano all'umanità. Le Aree Protette possono e devono portare un significativo contributo alla lotta contro la povertà e allo sviluppo sostenibile, alla ricerca del giusto equilibrio tra la necessità di sfruttare le risorse naturali in modo da migliorare la vita e lo sviluppo economico dell'uomo e l'ambizione di vivere in armonia con la natura. E' innegabile la funzione di garanzia ambientale che le Aree Protette svolgono sia all'interno che all'esterno dei loro confini.
Nel corso dell'incontro è emerso come nonostante si chieda agli Enti maggior flessibilità e capacità progettuale e pianificatoria, gli Enti vengono messi in una seria difficoltà operativa. Nel momento in cui si dichiara la necessità di un apertura verso le comunità locali, si ipotizzano riforme quasi privatistiche; nel momento in cui il nostro Paese dichiara di partecipare pienamente alla convenzione internazionale sulla biodiversità e al cosiddetto count down 2010, per i parchi si profila più un futuro da ente sviluppo e promozione territoriale che non di soggetto gestore di territori dall'alta valenza naturalistica.
Queste sono contraddizioni che vanno risolte quanto prima cercando di controbilanciare il piano inclinato su cui il dibattito politico ha messo il mondo dei parchi e, quindi, il lento scivolamento verso lo snaturamento del senso stesso delle aree protette. Per questo, all'odierno incontro, le Associazioni Ambientaliste e gli Enti Parco hanno voluto stabilire un percorso che apra nuove interlocuzioni tese ad affermare il valore delle aree protette
A Governo, Parlamento, Regioni ed enti locali non solo si chiede maggiore disponibilità al confronto, ma anche più attenzione rispetto al percorso che dovrà essere posto in essere. In questo contesto internazionale e comunitario, i parchi, le zone di protezione speciale, i siti d'importanza comunitaria, le riserve naturali dello state, le reti natura delle Regioni, gli ambiti di tutela paesaggistica devono essere visti tutti in modo organico e sinergico al fine di individuare forme di sviluppo e valorizzazione che, basate sulla tutela delle bellezza e dei valori sopravvissuti al processo di cementificazione ancora in corso, immaginino un futuro migliore e più armonico per il nostro Paese.
I partecipanti al Workshop hanno inoltre aggiunto che, una volta riconosciuto il valore delle Aree Protette, anche con i necessari strumenti di tipo normativo, "devono essere definite le risorse da investire non solo a sostegno del sistema, ma anche per innescare un processo virtuoso di gestione e valorizzazione delle Aree Protette nel nome dello sviluppo sostenibile. Si tratta di garantire stabilità gestionale e smetterla di trattare gli Enti gestori come enti strattonati dalla maggioranza di turno. E' urgente garantire alle Aree Protette continuità amministrativa, ruolo scientifico e possibilità di pianificazione a medio e lungo periodo".
Hanno aderitoFederparchi , Aidap Associazione Italiana Direttori e funzionari Aree Protette , Parco Nazionale del Circeo, Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, Parco Nazionale Foreste Casentinesi, Parco Nazionale Monti Sibillini, Parco Nazionale Abruzzo, Lazio e Molise, Parco Nazionale del Vesuvio, Parco Nazionale del Pollino , Parco Nazionale della Maddalena, Parco Nazionale delle 5 Terre. L'allarme lanciato da Federparchi sulla difficile situazione delle
Aree marine protette >>