Il tasso di occupazione in Italia (58,7%) resta lontano dagli obiettivi di Lisbona ed è inferiore alla media dei Paesi Ue (65,4%), ma per i prossimi quattro anni le stime occupazionali segnalano un aumento di 1,2 milioni di unità.
Cresce, inoltre, l'effetto-scoraggiamento che, solo nel Mezzogiorno, conta un +8,1% di inattivi tra il 2000 e il 2007. Restano ancora numerosi i gap del mercato del lavoro italiano, secondo il Rapporto 2008 dell'Isfol (Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori), presentato oggi a Roma.
Consistente resta la quota del sommerso: il Rapporto stima infatti in un milione 480mila individui la portata del lavoro maschile sommerso e irregolare, con quote elevate nel settore dei servizi (64%) e nel Mezzogiorno (50,3%). Di segno positivo, invece, le previsioni occupazionali dell'Isfol al 2012 che stimano un aumento di un milione e 200 mila unità, concentrate in alte professionalità e basse qualifiche professionali.
Intanto, nuovi soggetti deboli si affacciano sul mercato del lavoro. Riguardo alla quota femminile: atipicità, discontinuità e inattività descrivono la relazione tra donne e mercato del lavoro e l'Italia dista più di 10 punti dall'obiettivo di Lisbona di un'occupazione "in rosa" per il 60%.
Sul fronte formazione, dal Rapporto emerge che per la prima volta in Italia i lavoratori diplomati raggiungono il 60% della forza lavoro complessiva. E sono in aumento anche i lavoratori in possesso di un titolo universitario (15,7%). Ma cresce al contempo il numero dei teen ager italiani "dispersi": sono 150-155milan gli adolescenti che non sono inseriti in alcun percorso formativo. Resta quindi negativo il dato sull'abbandono scolastico e formativo dei giovani italiani tra i 18 e i 24 anni che rimane circa il doppio rispetto al 10% fissato a Lisbona.
"Gli indicatori su lavoro e formazione mostrano segnali positivi ancora evidenti nel 2007, mentre tutti gli indicatori volgono al peggio nel corso del 2008", ha commentato il presidente dell'istituto, Sergio Trevisanato. "Sul fronte del mercato del lavoro, dopo oltre un decennio di performance positive, è sopraggiunta una fase di rallentamento che quasi sicuramente avrà segno negativo nei prossimi mesi". Una situazione di emergenza, dunque, in cui, raccomanda l'Isfol, è bene che prevalgano "riforme incisive e durature".
Innanzitutto, bisogna affrontare la questione degli ammortizzatori sociali, "per contrastare possibili iniquità e situazioni di criticità non presidiate". "Occorrono valide misure di accompagnamento nei passaggi dall'inattività o dalla disoccupazione al lavoro", ha aggiunto Trevisanato, "grazie a una maggiore copertura e una più elevata qualità delle politiche attive, nell'ottica del welfare to work".
"Andiamo incontro a un anno molto difficile nel quale probabilmente crescerà la disoccupazione, che potrà colpire soprattutto le parti deboli del mercato del lavoro", ha commentato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, intervenendo alla presentazione del rapporto. Proprio in vista di questo scenario fortemente pessimistico, secondo l'esponente del governo, è necessario "provvedere allargando i fruitori degli ammortizzatori sociali, come l'indennità di mobilità e le casse integrazioni in deroga. Interventi che faremo con le manovre nei prossimi giorni".
"L'occupazione femminile è cresciuta più di quella maschile grazie alle leggi Treu-Biagi, ma rimane ancora molto bassa", ha concluso Sacconi. Secondo il ministro una soluzione potrebbe essere, così, quella di "aprire sui servizi di cura sull'infanzia, incentivandoli molto di più attraverso le reti interfamigliari, perché l'orario rigido tende a punire la donna che lavora".