L'uso inappropriato degli antibiotici costituisce un problema di particolare rilievo per la tutela della salute dei cittadini tanto da spingere istituzioni internazionali come l'Oms a lanciare l'allarme.
Il Centro europeo per il controllo delle malattie ha invitato gli Stati membri, in coincidenza con la giornata europea degli antibiotici - indetta per il 18 novembre 2008 - a realizzare iniziative di comunicazione rivolte alla popolazione generale per contrastare questo fenomeno.
In tale ottica è stata presentata l'11 novembre 2008 la Campagna "Antibiotici si, ma con cautela", realizzata dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA) e dall'Istituto superiore di sanità (ISS), in accordo con il Ministero del Lavoro, della salute e delle politiche sociali, per informare i cittadini sull'importanza di ricorrere agli antibiotici ma solo quando necessario e dietro prescrizione medica.
La Campagna prevede l'utilizzo di diversi strumenti di comunicazione, tra cui spazi sulla stampa quotidiana, su periodici e testate web. I messaggi saranno diffusi anche attraverso pubblicità urbana sugli autobus, spot radiofonici e cinematografici, ed il sito web della Campagna.
I cittadini potranno avere risposte a quesiti sull'impiego corretto degli antibiotici telefonando al numero verde dell'AIFA: 800-571661. L'azione di sensibilizzazione è necessaria, poiché si è potuto accertare che alcuni importanti germi patogeni hanno ormai sviluppato livelli di antibiotico-resistenza che arrivano anche al 90%, e che alcuni ceppi (tra cui il Micobatterio della tubercolosi) sono divenuti resistenti a tutti i 100 antibiotici attualmente disponibili.
Le cause di sviluppo dell'antibiotico-resistenza sono complesse, ma includono certamente un uso eccessivo e non appropriato di antibiotici. L'Italia, nell'ambito dell'UE, nel 2007 è stato uno dei paesi con il consumo più elevato di farmaci antibiotici, preceduto solo da Francia, Grecia e Cipro.
A livello regionale, e sempre nel 2007, in Italia si sono registrati consumi più bassi al Nord (comparabili ai paesi scandinavi), e più elevati al Sud (comparabili a quelli di Francia, Grecia e Cipro). Le regioni dove si consumano antibiotici al di sopra della media nazionale sono state: Lazio, Umbria Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia. Le classi di antibiotici maggiormente consumate in Italia sono: penicilline, macrolidi, chinoloni e cefalosporine. In particolare, l'Italia è il Paese a maggior consumo di: penicilline dopo Francia e Cipro, macrolidi dopo Grecia e Slovacchia, chinoloni dopo Cipro, cefalosporine dopo Grecia, Cipro, Lussemburgo e Slovacchia.
Quanto al consumo nella popolazione generale, si può stimare che ogni giorno in Italia circa 1 milione e mezzo di persone assuma un antibiotico al di fuori dell'ambito ospedaliero. Le cause più frequenti di prescrizione degli antibiotici sono le infezioni: delle vie respiratorie (60%), del sistema urinario (9%), dell'orecchio (6%) e del cavo orale (6%). In particolare, tra le infezioni delle vie respiratorie, la bronchite rappresenta la causa più frequente di prescrizione, seguita dalla faringite, dalla tonsillite e dall'influenza.
Ma nella maggior parte di tali situazioni - che sono a prevalente etiologia virale - non è raccomandato l'uso degli antibiotici. Quanto al consumo ospedaliero, in Italia sono state consumate nel 2007 oltre 32 milioni di dosi di antibiotici, e si può quindi stimare che circa 3/4 milioni di pazienti abbiano ricevuto una terapia antibiotica ospedaliera. Due classi di antibiotici coprono da sole oltre il 50% dell'uso ospedaliero di antibiotici: combinazione di penicilline (J01R) e chinoloni (J01MA). Altre classi maggiormente utilizzate sono: cefalosporine di III generazione, macrolidi, derivati imidazolici e penicilline ad ampio spettro.
Fonte: Ministero del Lavoro, salute e solidarietà sociale
Redazione internet - Ivana Madonna ( i.madonna@governo.it )