La dimensione affettiva e sessuale di ogni persona è elemento costitutivo dell'identità, della possibilità di porsi in relazione con il mondo attorno a sé, del senso stesso di esistere.
Le bambine e i bambini disabili non dovrebbero essere esclusi da tali principi.

Chi vive con loro e li accompagna nella crescita, siano essi familiari, operatori e chiunque ne condivida l'esperienza quotidiana, conosce quanto spesso il tema della affettività, di una vita futura, di quali autonomie possibili e della sessualità in senso lato, giochi un ruolo importante e ineludibile. Le persone disabili per prime, quando crescendo possono raccontare di sé, non dimenticano certo di toccare, a volte con sconcertante chiarezza, il desiderio di avere legami affettivi, di interrogarsi su questi temi, di voler comprendere le difficoltà legate al corpo, ai desideri, emozioni, affetti, con tutti i limiti e le incertezze ad essi legati.

E' noto del resto quanto spesso si operi una più o meno consapevole censura di tutto questo. Le ragioni sono numerose e richiamano comunque alla mente il senso frequente di un disagio che coinvolge, a diverso titolo, le tante possibili figure che si prendono cura dei bambini e delle bambine con disabilità.

Quando si affronta il tema della presa in carico "globale", prima o poi si affacciano sulla scena del lavoro di cura anche temi come la sessualità e l'affettività. La dimensione emotiva e relazionale del lavoro di cura si trova a fare i conti con la complessità dei tanti fattori in gioco e con la peculiarità di ogni singola situazione. Definire regole e strategie che abbiano utilità e valore in ogni circostanza non è certo proponibile, ma la consapevolezza di questi aspetti può aprire spunti di riflessione in numerose direzioni dell'operare quotidiano e invita ad un approfondimento sia sul piano dei contenuti, sia su quello del coinvolgimento professionale e personale.

Da queste considerazioni di fondo è nata l'idea di questo corso, con l'intento di attivare una possibile "rilettura" e puntualizzazione delle proprie esperienze professionali in un ambito di condivisione e di confronto tra operatori. E' proprio il lavoro sulle esperienze e sui disagi sviluppati nell'impegno professionale quotidiano a costituire il fulcro di questo momento formativo.

SEDE DEL CORSO
Sala delle Colonne, Corte Roncati Via Sant'Isaia 90, Bologna
Tel. 051/6597391

Per maggiori informazioni, alla pagina:
http://www.fondazioneariel.it/dettaglio.html?id_p=147

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