Oggi 7 novembre, a Nairobi, si è aperto il vertice straordinario dei presidenti della Conferenza internazionale dei Grandi Laghi per cercare di risolvere la crisi della martoriata regione della Repubblica Democratica del Congo, con la partecipazione del Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon, accompagnato dall'ex-presidente nigeriano Olusegun Obasanjo nominato di recente inviato speciale delle Nazioni Unite per la RDC Congo. Così, mentre la diplomazia internazionale e africana è al lavoro, la Caritas di Goma prosegue le attività di assistenza nelle vicinanze della città e, al momento, sta curando la distribuzione dei viveri forniti dal Programma Alimentare mondiale. In particolare si sta occupando di 64.122 persone, presso i campi per sfollati di Mugugna I e II, Bulengo e Buhimba. Inoltre l'équipe di Caritas Goma incaricata dell'assistenza alle vittime di violenze sessuali ha registrato 39 nuovi casi, di cui 10 presso il campo di Mugugna. Numeri in realtà poco indicativi poiché la maggior parte delle donne preferisce soffrire in silenzio per paura di essere ripudiate dai mariti. Resta molto tesa anche la situazione al confine tra RDC Congo e Sudan, nella zona dove si muovono i ribelli ugandesi del Lord Resistance Army. Carica di preoccupazione per la sua gente, nei giorni scorsi si è levata la voce di Monsignor Edoardo Kussala, Vescovo della Diocesi sudanese di Tombura-Yambio, il quale denuncia che "quasi del tutto ignorato dalla comunità internazionale, prosegue il massacro di civili innocenti nella regione sudanese dell'Equatoria dell'Ovest, al confine con la Repubblica Democratica del Congo e che "i ribelli del LRA continuano a rapinare, rapire ed uccidere la popolazione locale". Ricordiamo come gli imponenti scontri con mezzi pesanti tra i ribelli di Nkunda ed l'armata governativa hanno costretto la popolazione civile a fuggire, creando una grave situazione d'emergenza umanitaria sia nei 5 siti d'accoglienza preesistenti (i Campi di sfollati di Kibirizi, Kasoko, Gihondo - Monuc, Singa e Marché che già accoglievano 55.000 persone e che hanno in poco tempo fatto registrare il raddoppio degli assistiti), sia in 6 nuovi campi, siti in zone rurali ritenute sicure (Kikuku, Kyahala, Kanyabayonga, Kayna, Kamandi, Kirumba accolgono oltre 35.000 nuovi sfollati). Oltre a questi siti periferici, nella stessa città di Goma scuole, parrocchie, chiese, centri sanitari e municipalità sono state spontaneamente occupate. In questi luoghi la Caritas Diocesana di Goma ha ufficialmente censito 3.188 famiglie (circa 20.000 persone) provenienti dalle colline e dai campi teatro di battaglia. In tutto il territorio teatro del conflitto, il Direttore della Caritas nazionale Congolese, Dottor Bruno Miteyo, stima che ci siano circa 100.000 famiglie (600.000 persone) in situazione di estremo bisogno e che necessitano di urgente assistenza umanitaria. Caritas Italiana lavora da anni in tutta la Repubblica Democratica del Congo a fianco della Caritas locale in progetti d'emergenza, riabilitazione e sviluppo; in particolare è impegnata in un programma per il recupero dei bambini-soldato. Inoltre segue e conosce molto bene la regione scenario degli scontri attuali perché sostiene da tempo la Caritas diocesana di Goma in progetti di microcredito, sviluppo rurale e sanitario. Fin dall'inizio di questa nuova crisi è in costante contatto con i responsabili della Caritas nazionale e delle Caritas diocesane coinvolte, ha già risposto con un primo contributo di 50.000 euro e rilancia un appello ai donatori.

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