"Un via libera al nucleare all'insegna della militarizzazione e della monetizzazione del rischio, il peggior via libera possibile per una scelta che guarda al passato". Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente commenta così l'approvazione alla Camera della delega sull'energia nucleare, contenuta nell'articolo 15 del Ddl Sviluppo.
"Il nostro governo - dichiara Cogliati Dezza - avoca a sé qualsiasi decisione in materia di nucleare, con la possibilità di superare il parere di Comuni, Province e Regioni, nonché la totale esclusione di qualsiasi forma di informazione e partecipazione dei cittadini".
"Se, 21 anni fa, - prosegue il presidente di Legambiente - le nostre centrali sono state chiuse con un referendum popolare, oggi la loro riapertura non prevede nemmeno uno straccio di confronto con il territorio, nessun ?dibattito pubblico', come avviene ad esempio in Francia, paese tanto citato da Berlusconi, dove però la legge obbliga a una procedura trasparente di dibattito sui contenuti dei progetti e sugli standard di sicurezza e ambientali, gestita da un organismo indipendente.
" La delega consente, infatti, che i siti nucleari possano essere dichiarati aree di interesse strategico nazionale, soggette a speciali forme di vigilanza e di protezione. Dà tempo al governo fino al 30 giugno dell'anno prossimo per varare decreti legislativi che fissino i criteri per le discipline della localizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione elettrica nucleare nonché dei sistemi di stoccaggio dei rifiuti radioattivi e del materiale nucleare e per la definizione delle misure compensative da corrispondere alle popolazioni interessate.
"Ma tornare all'atomo - aggiunge Cogliati Dezza - sarebbe, comunque, un pericoloso e costosissimo passo indietro: è passato alla Camera un provvedimento sbagliato. La risposta al cambiamento climatico e al caro petrolio non è il nucleare, che ha costi elevatissimi e non ha ancora risolto i problemi di sicurezza e di smaltimento dei rifiuti radioattivi. La soluzione per l'energia italiana è nello sviluppo delle fonti rinnovabili, di cui il nostro Paese potrebbe sfruttare egregiamente le potenzialità".
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